Tentativi

Ho desiderato un lavoro per così tanto tempo che non importava il tipo di lavoro, ero come accecata dal desiderio di dimostrare che anche io posso essere utile. Quel mio essere rifiutata lo sentivo come una grave colpa che rinnovava costantemente il primo rifiuto da parte dei miei genitori. Ho cercato spasmodicamente senza pensare “cosa vuoi, cosa puoi fare”, l’importante era solo essere presa, come una forma di accettazione che io non riesco a dare a me stessa e che attribuisco solo all’esterno. Povera me, quanto lavoro ancora per gli psicologi!!

Il mio lavoro è un ossimoro, mi hanno chiamata solo perché non è una figura possibile ma il datore di lavoro o la proprietà non se ne rendeva conto e così il mio capo ha cercato di mettere una toppa. Sono stata assunta con la mansione di segretaria e soprattutto per andare a fare trasferte per verificare gli impianti elettrici e quelli antincendio. Il problema è che per fare la seconda cosa servono 5 anni d’iscrizione all’albo che io non ho allora direte come fai a farlo? Non lo faccio, il mio capo ha fatto scrivere nel contratto affiancamento, ma la parte più bella è che il capo del mio capo non lo sa. Lavoro per una costola di un’azienda più grande così ci sono due amministratori delegati, uno dell’azienda grande e l’altro della piccola azienda entrambi allo scuro del fatto che io possa fare la mansione per cui mi hanno principalmente assunta. Il mio capo mi ha chiesto di mentire sui 5 anni di albo all’incontro con il primo amministratore alla firma del contratto. Lui insisteva tantissimo sulle trasferte per verificare gli impianti e che desiderava prendere qualcuno da tenere poi dopo questi mesi.  Per fortuna non mi ha chiesto nulla dell’albo il giorno della firma ma da quel giorno mi sento come in attesa di processo, una presa in giro per loro e soprattutto per me. Il mio capo mi ha spiegato che il mio lavoro non lo vogliono gli ingegneri con 5 anni di albo perché non si mettono a fare la segretaria e l’ingegnere insieme. In pochi giorni ho scoperto anche il perché un ingegnere con 5 anni di albo non accetterebbe quel lavoro questo sempre grazie al mio capo che ha l’abitudine di tenere la porta aperta durante i colloqui con i verificatori esterni. Ho ascoltato il colloquio via skype con uno di quei tecnici, a loro spetta il 50% del ricavato per ogni contratto che l’azienda sigla con un condominio o un albergo, visto che l’azienda non accetta contratti con prestazione inferiori a 200 euro e che ad ogni verificatore danno da gestire un’intera regione è facile fare due conti e capire che si guadagna certamente di più del mio stipendio part time da segretaria. Certo se lo facessi io però non avrei il bonus in più ma l’azienda percepirebbe tutto il valore del contratto. In questa situazione ovviamente non ti viene pagata neppure la benzina per andare in giro a verificare impianti. Io da parte mia non posso avere questo problema perché in fondo non lo posso fare ma sapere che sei stato assunto per lucrare sopra di te sperando di farti stare buona con un contentino è deprimente, almeno tanto quanto l’idea di dover mentire se qualcuno dovesse chiedere oltre.  Sono due settimane che mi arrovello su questi pensieri, ma mio marito non lavora per ora e in fondo ho impiegato anni per avere questi pochi mesi e anche se per ora il mio lavoro è fare copia incolla su centinaia di chiavette di documenti sparsi per cartelle senza un minimo senso logico, be’ non posso fare altro che stringere i denti. Io meglio di altri so come ci si sente a casa frustrati, certo non mi aspettavo il lavoro dei miei sogni ma almeno un senso inferiore di frustrazione sì. Il mondo del lavoro è questo e non c’è niente da fare stai zitta e fai quello che devi aspettando che ti paghino.

Ho sempre provato fastidio per quelli del “oh no è lunedì” e “finalmente è venerdì”, questo fino a quando non ho trovato lavoro, questo lavoro. Con un eccesso di ingenuità speravo di non dover essere tra quelli che vivono la propria vita aspettando lo stipendio ma eccomi tra loro. Per continuare a caricarmi sto pensando al viaggio che farò dopo la fine del contratto perché è facile capire che non può esserci rinnovo visto che allora dovrei essere più che mai pronta per le trasferte ma in mesi non posso recuperare anni. Speravo che questo lavoro mi avrebbe fatto capire se avevo fatto le scelte giuste con l’ingegneria e il resto, ma non è di certo possibile fare quel genere di associazione.

L’ ufficio si trova in una palazzina a due piani, sono stanze di un vecchio appartamento, il riscaldamento va poco, gli spazi sono in condivisione con un’altra azienda e con gli uffici di un avvocato e un altro signore che non so ancora cosa faccia, so solo che fuma il sigaro, non mi saluta, e quel puzzo di sigaro raggiunge tutti gli spazi e li affoga. Nella stanzina con me c’è un altro impiegato, gli fanno fare tante mansioni e lui ha come unico sfogo quello di fumarsi una sigaretta sul balcone. Alle volte sale una delle signore che lavora al primo piano in amministrazione, o meglio una parte di essa. Il clima è fortemente negativo, sento ogni giorno la frustrazione del mio capo che si lamenta e parla male dei colleghi della sede centrale, chi non ha voglia di fare niente, chi non capisce niente, chi è borioso, chi cerca di fare il meno possibile delegando sempre ad altri, ecc. tutti i giorni. Io sto zitta per la maggior parte del tempo e al massimo faccio qualche domanda per capire chi è chi, ma non stanno di certo a me i commenti. Quando l’avvocato non c’è siamo solo due donne, io e il mio capo, tutti gli altri sono uomini tra i cinquanta e i sessanta che sembra non possano fare a meno del bagno, questo lo so bene perché i cessi sono proprio dietro di me, solo un sottile corridoio ci separa ma non abbastanza per non far fluttuare nell’aria gli afrori di pessime digestioni.

Tutti i giorni mi alzo alle 6 e mi preparo per andare al lavoro. Prendo due autobus perché la macchina non me la posso permettere, e in fondo mi piace prendere il bus perché mi permette di leggere lungo il tragitto prima delle mie fatiche quotidiane. Prendere il bus purtroppo implica anche prendere tanto freddo e queste mattine limpide ne hanno dispensato abbastanza da farmi ammalare, così dopo una settimana che andavo a lavoro con una tosse che già non si placava da una settimana ho dovuto prendere la malattia. Fino a lunedì mattina mi sono trascinata a lavoro pur di non perdere giorni e dare “una buona impressione” ma la febbre e la tosse non mi hanno dato scelta, così il lunedì pomeriggio sono andata dal medico, il mio nuovo medico per farmi visitare, ho aspettato mezz’ora al freddo prima che aprisse e visto che non avevo un appuntamento non potevo andarmene, pensavo di andare a casa stanca e indebolita ma dopo due settimane di sciroppo senza risultati e la febbre che ti fa tremare le ossa “è meglio che qualcuno ti veda”  ho pensato. Il medico mi ha visitato e prescritto l’antibiotico e mi ha dato da stare a casa fino a ieri, per il certificato bastava che richiamassi il giorno dopo, così il giorno dopo alle 9,30 con 39 di febbre chiamo ma non è ancora pronto il certificato, richiamo alle 11,30 ma non lo è ancora, riprovo alle 16 ma il medico se l’è dimenticato così l’addetto che prende gli appuntamenti mi dice che mi avrebbe richiamata lui, aspetto altre due ore ma ancora niente alla fine dopo 6 telefonate, un travaso di bile controllando la normativa sull’inoltro del certificato medico al datore di lavoro finalmente alle 20 ho il mio maledettissimo dato da trasmettere al datore di lavoro. Nel delirio della febbre cercando online leggo solo di persone licenziate dopo la malattia durante il periodo di prova (cosa che a quanto pare è possibile per legge), condizione in cui sono io ora, leggo anche di una mamma licenziata da un algoritmo di turni dell’ikea, di un’altra licenziata durante il congedo parentale e così carica di belle speranze penso che sia il caso di fare la registrazione sul sito dell’Inps, richiesta del pin ecc. ovviamente il sistema non mi manda quel cazzo di pin ma questa è ordinaria amministrazione nella mia vita di fortissima predisposizione all’imprevisto. “Tra quelli fortunati nel mondo sono tra i più sfigati” dico a mio marito mentre combatto col sito inps, col medico, la febbre e la tosse persistente.

L’antibiotico funziona molto lentamente. Ho ancora la tosse, e sto pensando che sarebbe meglio tornare dal medico per chiedere per una lastra ai polmoni. Certo in anni che sono stata a casa dovevo avere la più forte tosse di sempre proprio quando inizio a lavorare!! Inutile pensarci. La procedura di iscrizione all’Inps prevede che verrò richiamata per confermare i dati inseriti. Stamattina finalmente mi contattano, io sono già sicura di quello che ho scritto ma ho una bella sorpresa quando l’addetta mi comunica che il datore di lavoro mi ha registrata per lavorare con i voucher, mi sembra impossibile perché mi hanno chiesto pure l’iban, che senso avrebbe? “un errore forse” mi dicono dall’altra parte della cornetta, così mi dicono di verificare e successivamente verrò ricontattata. Anche questa presa in giro!!! nessuno mi ha mai parlato di voucher, nel contratto non sono menzionati, così viene pagato il lavoro a prestazione accessoria e dal 2018 non sarà più possibile, forse c’è un errore ma è possibile che dovevano sbagliare proprio con me? Ora capisco perché il mio capo si lamentava del livello basso o forse c’è qualcosa che non so e non mi è stato detto. Scrivo un messaggio al mio capo e le chiedo delucidazioni ma non so se mi risponderà, è sempre sabato di un ponte, un ponte che spero qualcuno si stia godendo più di me.

Domani è il mio compleanno, sono sempre stata orgogliosa di essere nata nel giorno della ricorrenza dei diritti dell’uomo e del cittadino, in qualche modo lo vedevo come un segno per “fare di più”. Oggi sono sconsolata, in preda al dubbio, alla frustrazione e ai pensieri malvagi che mi rimproverano ancora una volta l’ostinazione con cui anni fa ho lasciato scienza della formazione per ingegneria del cazzo, penso a dove sono ora e dove è mia sorella che quella scelta non l’ha fatta. Lei con un lavoro da maestra stabile da anni che guadagna più di me facendo meno ore, ora è in maternità e si gode suo figlio, io ho un lavoro del cazzo, un bluff di lavoro. Non posso neppure pensare di fare un figlio e devo essere felice se lunedì scopro di non essere licenziata. Volevo solo dimostrare che potevo fare di più che cantare canzoncine alla scuola materna, volevo essere come quelle donne che eccellono nelle scienze, nelle “cose da uomini” come sosteneva mia madre, volevo solo dimostrare che potevo essere diversa da lei, maestra frustrata e felice di essere pagata per fare poco, sì mia madre non è mai stata il perfetto esempio di insegnante da cui prendere ispirazione, anzi lei si è sempre vantata del suo lavoro dove non si spaccava la schiena rispetto alle donne in fabbrica e allo stesso tempo ha sempre sostenuto che le donne non possono fare certi lavori perché hanno la famiglia i figli, certo il maggiore tempo a casa non necessariamente è tempo di qualità questo lo so più che bene. In ogni caso volevo essere altro da lei, dalle sue idee, invece mi sembra che mi venga ribadito ogni volta dagli insulti durante l’università, al dottorato non possibile per me,  agli anni di ricerca di un lavoro, fino a questo lavoro, che è lei che ha ragione e l’ha sempre avuta.

Mauro Corona sostiene che non esistano i fallimenti  ma esistano i tentativi, be’ io credo di aver tentato tutta la vita.

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Foglio attaccato alla porta del mio stanzino a lavoro

Pubblicato da Deserthouse

Innamorata della musica della chitarra e della scrittura, ho un blog che aggiorno spesso, amo leggere le cose scritte da altri, qualsiasi cosa possa darmi uno spunto di riflessione, o farmi indugiare in una sensazione. Come tutti sto cercando il mio posto nel mondo sperando che ci sia un climax ascendente nel mio finale.

33 pensieri riguardo “Tentativi

  1. Tutto questo non mi piace e mi fa vergognare di tutti il ricchi maiali politici che con la loro voce potente parlano di una Italia in piena ripresa.

    Non ho suggerimenti da darti sarebbe presuntuoso da parte mia non ne trovo neppure Certamente la tua salute è importante.

    Sherabbraccicari

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  2. Sono dispiaciuta per ciò che ti sta accadendo. È vergogna inqualificabile vedere come questo paese di furbi e furbastri tratta le persone, la cui colpa è solo quella di volere un lavoro senza perdere la dignità. Ti abbraccio e mi unisco agli auguri di Shera e Red, pensa alla tua salute che è la cosa più importante.

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  3. leggerti mi sale la pressione, perché è un’autentica presa in giro ma se questa è l’Italia… non faccio altri commenti.
    Due incisi. E’ strano che un ingegnere sia a spasso, Non conosco la specializzazione ma dalle statistiche sembra quello messo meglio. Comunque tieni duro. Vedrai che la luce del sole arriva anche da te.
    Secondo inciso. La salute è più importante di qualsiasi altra cosa. Gli eroi muoiono ma altri vivono. Non fare l’eroina.

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  4. per la prima volta sono d’accordo con Mauro Corona e aggiungo di non demordere, continua a tentare.
    In fondo questo è il lavoro più vicino alla tua laurea, nonostante l’ossimoro che dicevi. Resta attaccata a quell’ambiente per quanto scalcinato possa essere: quando avrai i 5 anni richiesti ti potrai proporre come “esterna”
    ml

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    1. Capisco cosa intendi ma non so se tra 5 anni sarò ancora qui, non intendo questo posto di lavoro ma proprio questo paese. Vedremo che cosa avrà il futuro in serbo per me ma grazie del consiglio devo continuare a tentare, a migliorare nonostante gli ostacoli

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  5. Buon compleanno, nonostante l’umore grigio e la sconsolata vista sulla realtà di questa Italietta io spero che tu abbia passato una giornata condita di buoni motivi per essere felice. Un abbraccio virtuale!

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  6. che desolazione… mi dispiace tanto per il lavoro e il contratto… magari nel 2018 migliorerà? Almeno la storia dei voucher… per il resto, se posso fare una battuta… massima solidarietà per avere a che fare col sito dell’inps!!!

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  7. non è che magari tra capi, capetti e capoccioni c’è qualcuno che “certifica” col tuo nome a tua insaputa??? qui si entra nel penale, non sarebbe nemmeno una novità.
    Bon compleanno

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