Oggi faccio tutto ciò che non avrei mai pensato di fare. Oggi oltrepasso dei confini, che forse ho già attraversato. Oggi esagero e voglio esagerare, ne sono consapevole. Ho dovuto chiedergli più volte la conferma, ho dovuto resistere alla tentazione di abbandonare questo incontro per un misto tra sensi di colpa e fastidio per il mancato apprezzamento. Apprezzamento che non so del tutto se sto cercando da lui o da me. Mi chiedo perchè mi costringo a fare questo, a mandargli messaggi che leggerà svogliatamente, a chiedergli ancora una volta la conferma sorvolando sul suo poco interesse per la cosa. Perchè lo so che sono in fondo alla lista. E lui in che lista è veramente?!
Ho deciso che è l’ultima volta che ci vediamo, gli ultimi messaggi. Un finale alto e trionfale e spero tanto che mi faccia godere. Tanto. Per bene. Senza pensare, senza farmi troppo male. Spero che mi prenda ancora una volta, in fondo, spero che mi lecchi, che mi baci, che mi guardi con desiderio, che mi presti attenzioni, che mi accarezzi, che mi abbracci, che mi parli. Spero che sia un amante perfetto tra le mie gambe, nella mia bocca, tra le sue braccia. Voglio essere qualcos’altro o forse per una sola sera voglio permettermi di sfogare totalmente una parte di me che tengo a freno, mai del tutto soddisfatta, mai del tutto onesta. Quando siamo lontani mi fa sentire una ragazzina in attesa e odio questa sensazione di bisogno, quando siamo vicini sento di avere molto più controllo di quanto possa credere, mi sento totalmente padrona della situazione, bella, seducente, affamata, quasi più cacciatore che preda, e questo potere mi eccita. Non provo imbarazzo ed è come se diventassi quasi indifferente a ciò che cerca la ragazzina, è come se volessi solo e soltanto una cosa e in fondo è solo questo che lui mi dà e mi può dare. E lo ribadisce in continuazione: siamo solo questo, non ho mai pensato ad avere una storia seria con te, non può esserci di più lo sai. E queste parole che mi feriscono da lontano mi portano in un bizzarro stato di eccitazione, in cui non ci sono sentimenti, in cui mi sento totalmente la sua puttana quando è dentro di me, perché so che farà ciò che deve e non mi chiederà altro, perchè sa che farò ciò che devo e non gli chiederò altro.
Una volta finito il sesso però, sono altre le sensazioni che mi accompagnano. Bisogna essere capaci di fare queste cose, bisogna essere totalmente indifferenti, altrimenti ogni incontro diventa una nuova ferita, sottile, fastidiosa, che brucia. E non è amore, è solo egoismo e quell’egoismo mi riempie di un vuoto che non so colmare tra le sue braccia. Un vuoto che si accentua quando mi lascia alla fermata, quando mi riaccompagna a casa e evita di darmi un ultimo bacio. Ci vedrebbero potrebbe dire lui, ci avvicineremmo troppo potrei rispondergli io.
Verrà, in qualche modo insisto perchè stia anche a cena con me, vorrei uscissimo, come le coppie normali, gli amanti senza amore non hanno il piacere delle parole. Mi dice che non resterà fino a tardi, riesco a strappargli qualche ora, almeno fino alle 23. Verrà dopo le 20. Ci accordiamo per una cena a casa mia, una parte di me è delusa avrebbe preferito uscire, non doversi preoccupare della cena, l’altra è stranamente contenta per la decisione: una piccola vittoria, parleremo un po’.
È la sera prima e mi sento stranamente rilassata. Nessun ripensamento, nessuna ansia. So cosa preferisce, so cosa devo fare, so quando verrà. Nessuna ansia e nessuna aspettativa riesco a vivere il momento lentamente.
Mi stupisco di me stessa, ancora una volta riesco a separare la vita senza interferenze. Una parte di me vive il tutto, perchè è solo mia questa cosa, questa non-relazione, questa mia compensazione di qualcosa che devo ancora definire. Sono un’egoista e non me ne pento, soddisfo solo il mio bisogno e non provo altro. L’altra parte di me giustifica tutto questo. Non so neppure spiegare razionalmente come sia cominciato tutto questo, sì i messaggi, gli sguardi intensi e poi una bocca che si avvicina e mi bacia e mi morde e poi mani che mi accarezzano e il desiderio che mi pervade e ogni proposito di limite spazzato via. “fino a dove sei disposta a spingerti?” mi chiedevo quel pomeriggio mentre aspettavo che finisse l’orario di lavoro, fino a dove sei disposta ad arrivare? tuonava dentro di me mentre mi rivolgevi quelle poche parole e sembrava che non ti importasse nulla, sfrontato e privo di limite tanto da riuscire a scorgere facilmente una falla nel mio. é solo un bacio. Non significa niente. Non può significare.
Non significa nulla eppure ci rivediamo e ci scriviamo cose sempre più dolci, mi affeziono, lo sento. Mi sto attaccando a te, ma qualcosa si incrina e non so come mi scrivi sempre meno, inizi a vedere altre, non mi rispondi più. io che avevo il controllo, che avevo deciso di concedermi, che ti sfuggivo inizialmente, che ti trovavo insistente, senza accorgermene passo totalmente dall’altra parte. Sono gelosa, possessiva e insistente tanto che me lo fai notare e ci resto male perchè questa versione di me non mi piace affatto. Non c’è più alcun bisogno da soddisfare, non faccio altro che rincorrere alla ricerca di qualcosa che era stato definito, di qualcosa di scontato addirittura “considerando la situazione”, ma io non ho partecipato a questa definizione me la sono lasciata attaccare addosso, solo per prenderne i vantaggi. Così si ripresenta la solita vecchia storia: una donna che aspetta che uno le risponda, che la cerchi, che si lamenta di scarso interesse, gelosa, contraddittoria, altalenante. Dov’è ora quella femme fatale che si permetteva di evitare di rispondere ai messaggi, che si nutriva della vanità dei tuoi complimenti? Dov’è ora la naturale sensualità espressa negli ultimi mesi, dove sono le risate complici, dov’è la timidezza discreta e ammaliatrice? questa donna invettiva non mi piace, eppure è lì feroce e tanto più affamata tanto più sente la preda sfuggirgli. Ma tu mi sfuggi e preferisci altre e ancora una volta mi sbatti l’unica verità in faccia. Più di questo non ci può essere nulla, e me lo ripeti e me lo ripeto. Recito la parte della ragazza gelosa per poco per fortuna. Ti stacchi totalmente, mi allontano. Ogni tanto ti cerco, ci provo almeno. Lo faccio solo io. Tu mi hai già messa da parte, sei concentrato su altro. Stai insieme ad un’altra e io non lo so neppure. Mi blocchi e io me ne accorgo per caso. E l’unico a rimanere ferito è il mio orgoglio, non c’è più gelosia ormai. I giorni passano, mi sto allontanando sempre di più ed è un bene. Riesco a razionalizzare, a vederti, a vedermi. Per noia soprattutto una volta ti chiamo e tu con mio totale stupore rispondi. Hai la ragazza, possiamo sentirci da amici e devo scriverti prima se voglio chiamarti. Improvvisamente mi sento come un’amante. E così ogni tanto ti chiamo sempre dopo essermi accertata che puoi parlare. Continuo a rincorrerti, ti chiedo di chiamarmi tu quando puoi ma non lo fai. Sei la mia trasgressione, io sono la tua. E poi ricominciamo a scriverci e poi ci rivediamo, ma tu non sei più in coppia. E io vorrei prendere solo un caffè. E anche quella volta come oggi sento che forse potrei fermarmi prima, che forse dovrei fermarmi. Fin dove sei disposta ad arrivare? lo sai come finisce, lo sai come sei fatta, lo sai cosa vuole, lo sai cosa vuoi, lo sai come stanno le cose.
Ed eccomi qui, ho sistemato la casa, ho comprato le cose per la cena, faccio la doccia velocemente e penso a cosa indosserò, penso alle lenzuola per il letto, e mi chiedo cosa voglio etichettare in questo modo: “quelli di quella sera in cui ho superato il limite”. Mi assicuro che sia tutto come deve essere, e poi arrivi. Sei davanti a me, entri dentro casa mia. Ti faccio vedere la casa, la camera da letto e poi mi baci e mi mordi appoggiandomi al muro. Mi mordi e mi sorprendi, il ragazzo giovane e alto che è in casa mia che quasi non riesco a riconoscere è di nuovo il mio amante; quello che mi scopa in auto, che mi tira i capelli, che accende la luce dell’abitacolo per poter osservare meglio come entri dentro di me. E adesso sei nella mia cucina, la stessa dove solo qualche mese fa ci scrivevamo dolci quanto potesse essere bello cucinare insieme. Ti guardo muoverti senza imbarazzo, mi chiedi il minimo. Non hai remore. Mi piace osservarti e sento di avere totalemente il controllo della situazione, mi sento bene e bella davanti a te.
Ceniamo insieme e parliamo di cose futili, non siamo abituati ma ci proviamo. Finita la cena mi chiedi di andare in camera da letto, mi baci affogando la tua lingua nella mia bocca, e poi inizi a spogliarti ma non del tutto. Sei steso sul mio letto e vuoi che finisca io di spogliarti. Così mi metto sopra di te e ne approfitto per gustarmi il tuo corpo e baciarti ovunque sul tuo petto, scendendo verso il basso. Voglio farti godere tanto, voglio fare tutto ciò che serve perchè tu possa provare piacere. Mi alzo e mi spoglio anche io, lego i capelli, vuoi che tenga gli orecchini. Così ti metti al centro del mio letto e io sopra di te. Non mi hai baciata, non mi hai leccata, non sono così eccitata. Così entri dentro di me lentamente, sempre più in fondo. sento il piacere salire in poco tempo, fino a desiderarti tutto dentro di me. Mi muovo sopra di te, tieni le mani sui miei fianchi per accompagnare il movimento e ogni tanto mi sculacci, ti bacio e mi infili la lingua in bocca. Sono stanca e te lo dico così mi scuso se non mi muovo più velocemente, “non ti preoccupare” rispondi e continui tu più forte da sotto con tutto il mio corpo che ti avvolge. Godo così tanto che non so dove sono, cosa sto facendo, voglio solo che non finisca. Voglio sentirti tutto dentro di me così inarco la schiena e mi metto dritta sopra di te. Ho la mente obnubilata dal piacere che sto provando. Vorrei che non smettessi mai, vorrei stare così tutta la notte, ma tu vuoi cambiare posizione, così mi alzo e mi piego per farmi prendere da te da dietro. Ho desiderato tanto farmi scopare da te così, avere le tue mani sui miei fianchi, sentirti grosso e profondo dentro di me, ma qualcosa non va. Ogni volta che vai in fondo sento male. Cerco di resistere. Vorrei cambiare posizione ma non te lo dico e resisto tu stai godendo. Quando sento che non ce la faccio più mi volto e ti chiedo di venire sopra di me. Posso accoglierti senza sentire male e il piacere ritorna forte e bellissimo. Mi sbatti così forte e mi sento la tua puttana, mi sento che ti sfoghi su di me, dentro di me e sento l’eccitazione invadermi. Con un mano afferri li mio sedere con l’altra mi tiri i capelli, vorrei che non smettessi, vorrei che continuassi ancora e ancora sempre più in fondo, sempre più forte. Non posso non venire e vorrei graffiarti e morderti ma mi trattengo. Tu ti alzi e io non voglio negarti nulla. Quando vieni cerco di prendere tutti i tuoi umori nella mia bocca e trattenere i conati. Ti sento finalmente gemere, sei così silenzioso quando vieni. Mi stendo nuda sul letto, vorrei che venissi accanto a me, che ricominciassimo ma vai in bagno a lavarti. Ascolto lo scrosciare dell’acqua e assaporo il piacevole torpore post orgasmo. Una volta tornato in camera indossi i jeans, ti lamenti del caldo nella stanza e ti stendi accanto a me. Sei nel mio letto, abbiamo appena fatto l’amore, ma tu sei già andato oltre, come tutte le volte dopo il sesso. Siamo così uniti e perfetti durante il sesso e così divisi dopo. Mi accovaccio sotto il tuo braccio e tu inizi a parlare, forse anche per scongiurare il pericolo di addormentarci insieme. Mi parli della ricerca del lavoro, mi dici che stai pensando di andare in Inghilterra, mi parli di una ragazza che hai conosciuto quando lavoravi in un supermercato e ora vive a Cambridge, l’hai ricontatatta a novembre. Ti ascolto parlare e penso che a novembre mi consideravo l’unica. Non te lo dico, ti lascio parlare. Parliamo di candidature, della mia disillusione e mi dici che non è possibile arrivare alla mia età e non avere un contratto decente. Evito di offendermi solo perchè mi hai scopata. Ti rispondo che devo alzarmi e andare a prendere le pillole, ridi. Faccio per alzarmi per coprirmi un poco col copriletto e mi chiedi se mi sono offesa, ti rispondo che non mi sono offesa. Tu continui a parlare e io mi riposiziono sotto il tuo braccio e penso a se senti anche con me la differenza d’età come con la tua ex, ma non te lo chiedo. Non ho voglia di parlare di queste cose, voglio che sia una serata leggera.
Ti alzi e mi chiedi di farti un massaggio, così ti siedi sul letto, mi avvicino a te e comincio a premere le mani sulla tua spalla, cerco di fare del mio meglio, sono ancora nuda e ti abbraccio cingendoti da dietro e appoggiando il mio seno e il mio ventre sulla tua schiena. Sei forse stanco di stare nel letto e hai sete. Vado in bagno, mi lavo e poi mi rivesto. Mentre usciamo dalla stanza penso a cosa dovrò fare una volta che sarai andato via. Torniamo in cucina. Mi parli delle ragazze che frequenti, ti chiedo qualcosa di più, su cosa vuoi, su come sono loro e cosa fanno. Mi dici che frequenti 4 ragazze “e poi ci sei tu” e lo dici guardandomi fissa negli occhi, come se ti aspettassi in fondo che io sarò sempre lì. Mentre parli di loro non capisco se c’è qualcuna che ti piace di più, non capsico veramente cosa vuoi per te. Mi dici solo “io voglio una che mi stia addosso” e me lo dici anche stavolta come le altre fissandomi e non capisco se me lo dici come sfida o provocazione o se è una frase buttata lì. Come le altre volte abbasso lo sguardo e penso che ti sto perfino troppo addosso o che comunque ti sto addosso nel modo sbagliato. Ti preparo il caffè e io vorrei parlarti e dirti che non ci vedremo più, vorrei che parlassimo di noi due, vorrei che mi dicessi che sono bella, che ti piace il sesso con me invece mi parli di altre ragazze di cui non mi importa nulla, ma non ti dico niente, ti lascio parlare, voglio esserti amica in fondo.
A mezzanotte circa vai via, stavolta prima di uscire mi baci. Vorrei dirti ora che non ci vedremo più, che ti auguro il meglio per la tua vita, per ciò che vuoi, che è stato bello anche parlare, che spero di essere stata brava a letto che volevo essere bella per te, che volevo fosse una serata piacevole. Ma non riesco a dirlo e così te lo scrivo. Mi dici che sei stato bene, come le altre volte, che è stata una serata piacevole ma tra noi è solo questo. Prima di cambiare le lenzuola le annuso per sentire il tuo odore ancora un poco e poterti immaginare ancora dentro di me.
Nei giorni successivi mi ripeti ancora perchè non può esserci altro, che sono solo sesso per te, tu sai già e lo hai sempre saputo che non ci può essere nient’altro, che non hai mai pensato ad avere una relazione seria con me, mi vedi come un amico, e più me lo dici e più cerco di allontanarmi da te. Ti chiedo di dirmi se ti sono piaciuta e mi rispondi che sono stata fantastica e molto sexy, ma come tutti i complimenti richiesti suona un poco forzato. Vorrei che mi dicessi se ti importa di me, ma anche stavolta mi tocca chiedertelo. “Certo che mi importa di te, comunque sono legato.. mi piace parlare con te e fare anche altre cose”. Cerco di allontanarmi e sono contraddittoria, vorrei che ci vedessimo ancora. Ma non era l’ultima?!
Sono il tuo amico, quella a cui non devi chiedere di uscire, quella con cui non devi essere comprensivo, amorevole, gentile, affettuoso, attento, a me non devi dimostrare nulla, non mi devi conquistare per ottenere qualcosa, non mi devi sedurre e forse per questo vuoi continuare perché è facile ma forse per lo stesso motivo mi sfuggi e mi dai per scontata. Ti dico che non ci sentiremo più. Mi chiedi il perchè anzi avrò più tempo per vederti e sentirti. Mi dici che potremmo sentirci come amici, che posso scriverti cose leggere o magari essere quegli amici che si scrivono ogni tanto come stai e nulla di più. Mi chiedo se è quello che voglio, se è ciò che riesco a fare.
In qualche modo torno indietro, ho bisogno di tempo, ho bisogno di chiudere una cosa alla volta, di non sovraccaricare nulla. In qualche modo te lo dico e vorrei vederti ma mi sfuggi, così giochiamo a tirare un elastico da entrambi i lati. Se smetto di cercarti mi chiedi perchè, mi proponi modi per continuare, se mi faccio avanti stai sul vago, hai impegni da spostare, non sai come organizzarti.
Forse ci vedremo ancora una volta se me lo chiederai e forse faremo l’amore ancora una volta se vorrò concedertelo. In questa stanza, in questo posto, in questo momento, tra queste persone mentre scrivo a te e loro ignari continuano i loro sproloqui per tentare di sopravvivere, in questo momento, in questo posto che non vedrò più, va bene così. Non ha importanza cosa succederà se ci rivedremo se faremo ancora l’amore o meno. Ti ho dato mesi della mia vita con affetto, eccitazione, presenza (anche troppa in alcuni momenti), silenzio. Ti ho cercato per lamentarmi di te, del mio lavoro, per ridere insieme, per sapere come stavi tu o la tua famiglia, per starti accanto quando credevo ne avessi bisogno, ti ho cercato perchè il sesso con te è sesso allo stato puro, tu soddisfi le mie fantasie, sei il mio desiderio, un piacere doloroso di cui è difficile fare a meno.
Non so se ti ricorderai di me tra qualche anno, se parlerai di me alle tue amanti alle tue amiche, a quella che sceglierai come compagna. Spero che sarai indulgente e mi descriverai più bella e dolce di come sono. Mi piacerebbe che fossi per te come uno di quei ricordi che arrivano all’improvviso, un profumo, un gesto o uno sguardo di qualcuno, una parola, un suono che ti riporti a pensare a me e a questi mesi dove siamo stati insieme, in qualche modo vicini e lontani.
Non riesco a capire cosa speri di avere da questa relazione. Da quello che racconti è chiaro quello che vuole lui, che poi è quello che tu gli hai dato. Ma quello che vuoi tu?
"Mi piace""Mi piace"
non è una relazione infatti è solo un racconto di amanti
"Mi piace"Piace a 1 persona
Allora è perfetto! 😉
"Mi piace"Piace a 1 persona
Lei non si aspetta nulla o meglio è contraddittoria perché chiede affetto a chi non può o vuole darglielo
"Mi piace"Piace a 1 persona
Sì, la sensazione è che lei prova ad autoconvincersi di non volere nulla di più
"Mi piace""Mi piace"
Bell’articolo che illustra il fatto che la passione deriva dal verbo patire
"Mi piace""Mi piace"
leggendo il post non capisco se è un racconto oppure una storia vera.
In ogni caso hai descritto con molta intensità una storia proibita fatta di sesso, di emozioni, si sensazioni e tanti sensi di colpa.
Accettare quello che la voce narrante descrive è una realtà che spesso si vive.
"Mi piace"Piace a 1 persona
è un racconto, ma la prima persona lo fa sembrare storia vera. Mi sono calata in un’amante
"Mi piace"Piace a 1 persona
solo una donna può scrivere con cognizione di causa sulle sensazione che un’amante prova facendo solo sesso puro. Sei stata un’amante perfetta 😀
"Mi piace"Piace a 2 people
grazie mille 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
brava. Farò tesoro delle tue descrizioni
"Mi piace""Mi piace"
Racconto intenso, quasi un flusso di pensieri e di pulsioni, tanto più credibile quanto più è caotica e contraddittoria la protagonista. La base è il sesso ben fatto, l’altezza è l’insoddisfazione che serpeggia e l’anelito a un di più (o al nulla definitivo) dell’io narrante. Moltiplicando base per altezza si ottiene l’area in cui lei si muove sospesa, un po’ spersa.
ml
"Mi piace"Piace a 2 people
lei si muove sospesa nei dubbi e nel fare o non fare, nel volere e non volere, nel desiderare e reprimere, tra un istinto affamato di non solo sesso e la ragione che la chiude in gabbia
"Mi piace""Mi piace"
PS il tuo blog data il racconto 28 maggio ma giurerei che fino a pochi giorni fa non c’era.
"Mi piace""Mi piace"
non c’era infatti ma l’ho scritto in quei giorni, deve aver fatto confusione
"Mi piace""Mi piace"
Al di là dei contenuti sai tenere la barra della narrazione senza tentennamenti. Scrivi di getto quando hai un idea uno spunto o invece cotruisci il racconto pian piano tra un giorno e l’altro e terminalro riscrivendolo qua e là?
"Mi piace"Piace a 1 persona
grazie mille per il tuo complimento, mi fa davvero piacere. in genere scrivo di getto e infatti questo è un problema per la scrittura di cose più lunghe perchè poi “perdo il flusso” e mi rivuole un po’ per tornare nello stesso mood . ma questo “difetto” devo cercare di usarlo come risorsa per poter fare di più
"Mi piace""Mi piace"
Anch’io quasi sempre scrivo di getto. E come hai giustamente notato tu la lunghezza di un pezzo o racconto potrebbe farti perdere il filo, la freschezza e la carica dell’impellenza. In questi giorni sto ribattendo al computer un capitolo scritto di getto di un libro a cui lavoro da molto. Se la cosa funzione allora in quel caso il narrato fila come un treno e anche ciò è molto importante: in pratica significa trascinare sé e il lettore. La lunghezza, specie per il post di un blog mette a dura prova gli evntuali lettori del blog. Se un racconto è per un libro allora lì il problema non si pone. Comunque, tu stessa sei trascinata dal fuoco di ciò che vuol farsi scrivere( siamo una sorte di medium tra la parte di noi che scrive e ciò che in quel momento ti prende.) Sei brava. Ciao
"Mi piace"Piace a 1 persona
sono totalmente d’accordo con te, se le cose funzionano allora diventa tutto chiaro e lineare, tutto ha un senso, una sua ciclicità. il problema sta nel riprendere, correggere vecchie cose lasciate da parte come spunti, non solo per il flusso ma anche perchè nel mentre si sono generati altri flussi e in generale non am rileggere le mie cose, pessima abitudine per chi vorrebbe scrivere un libro che invece richiede letture su letture, correzioni, tagli, aggiustamenti vari. grazie per il brava e per essere passato
"Mi piace""Mi piace"
Le acque e le correnti del fiume narrativo ti avviluppano da tutte le parti, per per quanto si faccia fatica, poi si riesce a tenere le forze e portare a termine la navigazione. L’editing o riscrittura è senz’altra un’altra ripetuta prova per crescere. E la cosa incredibile è il fatto che vengono nuove idee e spunti. E in tale direzione bisognerebbe farsi trascinare dalle parole, le forze esterne, dai personaggi stessi e dal flusso in maniera, paradossalmente, da tenere le rdini in mano.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Un brano intenso, e molto spontaneo, che ho molto apprezzato per la forza delle emozioni descritte…
Un caro saluto,silvia
"Mi piace"Piace a 1 persona
grazie mille cara
"Mi piace"Piace a 1 persona
Bel racconto, buona giornata 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
grazie
"Mi piace"Piace a 1 persona
Intensità, emozione, sensualità, carica energetica a 1000.
"Mi piace"Piace a 1 persona
grazie
"Mi piace""Mi piace"
Dalle prime righe ho capito che si trattava di un racconto e non di realtà vissuta.
I mondi interiori che ci portiamo appresso, il sesso, i sentimenti, le realtà, le fantasie, le voglie sono talmente interconnessi e qualche volta in contrasto che è molto difficile parlarne quando si vivono realmente.
Ci ho provato nel mio piccolo ma, molte volte mi sono spaventato degli abissi che si aprivano sotto di me, come le vere fragilità abilmente nascoste, gridassero finalmente vendetta.
E’ difficile vivere tutto questo con armonia e serenità, e il tuo racconto è lo specchio di parte di noi.
Ciao.
"Mi piace"Piace a 1 persona
il sesso è una voragine se vissuto in un certo modo, nutre una parte e svuota un’altra, bisogna dosare gli elementi ma non è facile perchè i sentimenti come dici tu si infilano anche nell’animo più razionale (anche solo di stanchezza). le fantasie non si possono ignorare tutte e ogni tanto è bello lasciarsi andare alle proprie voglie
"Mi piace""Mi piace"