
Devo scrivere da mesi, ma rimane tutto qui dentro di me e non vuole uscire, ho tutto in testa, tutto dentro e non voglio farlo uscire e straripare. mesi duri di solitudine, di attese, di delusioni, vorrei solo dimenticare e andare avanti, lasciare andare definitivamente ciò che è stato. Ho resistito in un lavoro che mi ha massacrato psicologicamente, mi sono legata a chi chiaramente non mi voleva, non mi ha mai voluto e non mi vorrà mai, non un modo onesto il mio, non un bene assoluto, un desiderio di vicinanza dettato dalla fuga, ma non si costruiscono così le relazioni, così io volevo solo un po’ di vicinanza, uno svago per non pensare e dall’altra parte sono stata usata come un giocattolo di cui disfarsi appena ne arriva uno nuovo più bello, meno complicato e meno disponibile.
Sono sopravvissuta anche a questo rifiuto che si unisce alle tante troppe candidature inviate e senza risposta, ai colloqui andati male perchè ci sarà sempre qualcuno nuovo, meno complicato e più disponibile. Così non credo più nelle mia professionalità, e fatico a dare le risposte corrette alle domande nei colloqui:
“come si vede tra tre anni?”
“il grafico di personalità ha evidenziato che lei è demotivata e tende a svalutarsi, come risponde?”
“con gli hobbies cosa c’entra l’ingegneria?”
“perchè secondo lei ha avuto solo queste poche esperienze?”
“lei è timida e riservata”
E rispondi a tutto e cerchi di importi un sorriso che a forza di fingere poi ci credi. Resisti a tutto, ma sono tre mesi e mezzo che non lavori e speravi che le cose potessero andare meglio a settembre e speravi che saresti stata meglio con te stessa, ma questo cammino è lungo e devo riconoscermi i passi avanti fatti: un tempo non avrei saputo rispondere in modo convincente a nulla, adesso ci provo e mi sforzo, un tempo mi sarei chiusa sempre di più adesso, ci provo ad aprirmi all’esterno anche se è difficile perchè sono sempre io a cercare e vorrei anche essere cercata ogni tanto, ci provo a non mollare a non demordere a resistere resiliente, ma è difficile soprattutto i giorni in cui resto chiusa in 4 mura e non ho nulla da fare e non parlo con nessuno se non via social e mi sembra così vuota questa esistenza in attesa, di cosa poi? di un lavoro? di soddisfazione? di vita?
sto vivendo la mia vita a mezza giornata alla volta non posso progettare di più, mi viene da piangere se penso a domani che non avrò nulla da fare se non mandare cv, così devo evitare di programmare non posso permettermelo, e cerco corsi per riempirmi di cose da fare per sentirmi più viva, e parlare con le persone fuori, quelli che fanno, che esistono, che sono.
Io adesso sono una donna con il sentiero davanti a sé chiuso o meglio io non lo vedo affatto, un’amica dice che ciò che il destino ci porta esattamente dove dobbiamo essere, se qualcosa va in un modo è perché è ciò che deve accadere e che porterà verso la direzione giusta che dobbiamo prendere. Mi chiedo se sia così. Se questi giorni vuoti in cui al massimo pulisco e metto in ordine in casa mi portino da qualche parte…

In America quest’estate ho sentito una libertà che mi ha travolto, ho lasciato tutto qui, in grandi sacchi neri ho lasciato le delusioni con le persone che mi hanno ferita, le false speranze, la crudeltà dei sentimenti buttati, ho lasciato qui i pensieri malevoli del lavoro, della ricerca, questa pastosa e acre immobilità. Ho sentito una confidenza col mio corpo che non provavo da anni, mi sono sentita bella, a pochi giorni da un rifiuto, mi sono sentita libera e capace, a due mesi dalla fine di un contratto, mi sono sentita viva e nutrimi di vita mi ha fatto vedere le delusioni sotto altri occhi, a distanza con l’illusione di avere più tempo grazie al fuso orario, qui si dormiva e io pranzavo, e questo pensiero di poter gestire perfino il tempo, mi confortava e mi rendeva forte di possibilità. Poi le vacanze sono finite, i soldi pure e una volta a casa ho trovato i miei sacchi neri ad aspettarmi. Invece di buttarli li ho lasciati lì a punirmi a distanza, col passare dei giorni diventavano sempre più gonfi, ricolmi di pensieri spregevoli, di delusioni, di mancate libertà, autolesionismi. Cosi ho tentato il rifugio verso svaghi passati che seppure mi avevano fatto soffrire sapevo che erano lì, che in un modo o nell’altro avrei potuto tenerli accanto nei momenti più bui, come un piccolo salvagente per le crisi, per gli attacchi di ansia, ma il tempo cambia le cose, i destini, le aspettative e non si può tornare indietro o pretendere che tutto rimanga inalterato quando già era in mutamento. è terribile scoprire che è più facile attaccarsi a qualcosa che fa male ma che si conosce di cui si sa cosa aspettarsi che indugiare nelle novità che potrebbero ristorare e liberare le proprie energie. Così è facile che ciò che ci sembra salvifico in realtà risucchi solo energie buone per se stessi.

Lunedì scorso ho fatto il secondo colloquio con la donna che mi aveva messo a disagio mettendo in discussione le mie scelte, la mia personalità e con mio immenso stupore mi ha offerto il lavoro. Non sono riuscita ad essere contenta subito, incredula, sommersa dalla frustrazione e dalla paura del fallimento dopo mesi di autoppressione. E che ho concluso a rovinarmi questi mesi così? a rincorrere il signor aquilone? a martoriare me stessa convinta che in ogni caso sarebbe andata male. Non sono entusiasta, ma prudente, ho accettato ovviamente ma la paura di fallire, di non essere all’altezza mi blocca. E sono vicina al ruolo per cui ho sempre lottato, quel benedetto ruolo da ingegnere tanto denigrato da mia madre, da me stessa, dai selezionatori ai colloqui. E la paura mi dice: e se non fosse ciò che vuoi? così leggo i contratti e penso che posso uscire e finalmente capire, terza esperienza se è la strada giusta o altrimenti come dice la mia analista “scappare tra le pecore in Australia”.
Ma guarda quante cose hai raccolto in un solo quarto di miglio.O! Quanti interrogativi e, allo stesso tempo, quante risposte e quanti insegnamenti. Uno mi ha colpito in particolare perché nel tuo racconto mi suonava quasi come un ‘si faccia la domanda e si dia la risposta’: “è terribile scoprire che è più facile attaccarsi a qualcosa che fa male ma che si conosce di cui si sa cosa aspettarsi che indugiare nelle novità che potrebbero ristorare e liberare le proprie energie”. E allora a tutta birra pronti per il prossimo inedito quarto di miglio, suvvia! Spiegare le vele e affrontare il mare, con nuove o vecchie correnti, il mare che sia placido o in burrasca. Eppure affrontarlo spiegandole quanto più ci è possibile quelle vele. Qualsiasi sia la destinazione, ne sarà valsa la pena ammainarle alla fine… ma solo alla fine, alla fine del miglio [https://internopoesia.com/tag/george-gray/?iframe=true&preview=true/feed/]!
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grazie per il tuo messaggio di incoraggiamento mi fa davvero piacere.
“…Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca…”
❤
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Ce la farai, siamo donne, abbiamo risorse inaudite. 😊
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😊
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Stessa situazione, stesse sensazioni.
Tranne il finale, ma buon x te! 😊
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ci vuole una pazienza inaudita a cercare lavoro a non arrendersi a non cedere nn solo al mercato non solo a chi ti denigra ma soprattutto a se stessi. Lo so e sono con te
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hai trovato un nuovo lavoro? Non pensare ad altro. Ce la farai brillantemente. Devi pensare positivo. Se ci riescono gli altri, vuoi non riuscirci tu?
Di fronte a un ostacolo ho sempre ragionato così. A volte l’ostacolo è stato superato, altre no maserve sempre e rafforza se stessi.
Quindi bando alle negatività. Vedrai che è la volta buona.
Forza!
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vedremo se ala colta buona in ogni caso è qualcosa, qualcosa di diverso un cambiamento una nuove prospettiva e realtà, una nuova esperienza e mi farà bene
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certo che ti farà bene e vedrai che è la volta buona
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Questa volta andrà bene. Deve andare bene. Io sono fiduciosa, questa è la volta giusta!
In bocca al lupo e un grande abbraccio! 🤞🤗😘
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grazie cara lo prendo tutto il tuo abbraccio
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Se la donna-aguzzina dei colloqui ti ha offerto il lavoro, i casi sono due: o non ti aveva affatto “massacrato” nel primo colloquio, l’avevi percepita tu così per sfiducia in te stessa. Oppure ti aveva volutamente messo alle strette per vedere la tua reazione che evidentemente le è piaciuta! Quindi abbi più fiducia nelle tue possibilità, sono convinto che svolgerai bene il tuo lavoro.
Un sorriso benaugurale
ml
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forse valgono entrambe un po’ lei che voleva mettermi in difficoltà un po’ io che sono così stanca di dover giustificare scelte, grazie per il tuo commento e il tuo sostegno
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Forza e avanti tutta!
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grazie ❤
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Insomma! Testa alta e sorridi.
La propria fortuna la si costruisce anche con un po’ di incoscienza.
Sherabbraccicari
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Da leggere, rileggere e pensarci sopra quando brontoliamo per andare al lavoro
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