Frattale

Foto di Ralf Kunze da Pixabay

Ho bisogno di leggerezza.

Oggi ho scritto “Se sono fallimentare come essere umano come non potrei esserlo come altro”. Poi circa due ore dopo ho ricevuto un messaggio da mio fratello. “neoplasia medio grave”. Si è operato due settimane fa. Gli hanno tolto un tumore in stadio avanzato. Sapevamo che doveva fare altri controlli e questo è solo il risultato dell’esame istologico. Adesso dovrà rifare gli esami del sangue per i marcatori tumorali e una tac total body. Se dovesse avere “altro da ripulire” dovrà fare la chemioterapia o la radioterapia.

Ho letto il suo messaggio due ore dopo aver pensato a me, ai miei fallimenti, ai lavori che ho lasciato, a quello che dovrò trovare o inventarmi e lo so che vale per molti che sarà diverso per tutti ma in certi giorni non vale mal comune mezzo gaudio. Ero appena uscita dalla farmacia, l’autorizzazione in borsa, l’auto parcheggiata in uno di quei punti dove a ritmi “normali” in genere c’è la doppia fila. Ho letto il suo messaggio e mi sono sentita mancare, ero in auto e ho iniziato a piangere, lo so che non bisogna disperarsi che non si deve esagerare che l’ha tolto e non è detto che il resto sia contaminato ma mi ha distrutta. La mia fragile psiche non ha retto. Sono così stanca. Mi sento in quarantena da prima dell’inizio di questi arresti domiciliari e lo so che sono necessari e faccio tutto ciò che serve non esco, resisto, ma sono stremata da tutto ciò che c’era prima e che ora si aggiunge alla quarantena più questa cosa perchè non so come chiamarla di mio fratello. Certi giorni diventa tutto troppo.

Mio fratello ha sette anni più di me. Mi ha insegnato ad andare in bicicletta, da piccola mi faceva spaventare giocando a nascondino, prendeva il mio pupazzo preferito e lo “strozzava” e io bambina piangevo disperata. Mio fratello ha sempre invidiato il rapporto quasi simbiotico che si era creato tra me e mia sorella, poi ci siamo distaccati. Tutti quanti. Lo ricordo come un ragazzo fragile, inquieto, in perenne ricerca di conforto e risposte, ma chi di noi tre non lo è stato?! Ognuno ha cercato di sopravvivere come meglio ha potuto. Ce ne accorgemmo noi dei suoi tagli sui polsi. E poi dopo del DOC. Mio fratello è un uomo buono, debole, di quella debolezza che non è concessa a nessuno e soprattutto agli uomini. Mia madre, figlia di un padre padrone, l’ha massacrato da questo punto di vista e così lui è rimasto come bloccato per molto tempo alla ricerca di sé stesso. Ha seguito un percorso terapeutico per un po’, farmaci e sonno tanto sonno. Certi giorno dormiva fino a sera e la notte si teneva una bottiglia di vino vicino al letto per non pensare. Mio fratello ha un disturbo sessuale, è come se fosse rimasto indietro da quel punto di vista in un’età compresa tra la pubertà e l’adolescenza, ne è spaventato, ne prova ribrezzo e disgusto. Il corpo però chiede e le pulsioni se ne fottono di cosa la mente cerca e così ha sviluppato una forma di feticismo, innocuo ma diverso da ciò che si intende con il normale vivere la sessualità. E questa cosa del normale ci ha inseguiti per anni. Abbiamo cercato di essere normali senza riuscirci e allora del suo feticismo ne avevo paura, lo giudicavo, poi crescendo sono riuscita a riconoscerlo per quello che è. Un bisogno come un altro di contatto, sfogo. Il più normale e umano dei desideri. Anche io ho la mia piccola perversione, se così la si può chiamare, l’ho scoperta tardi durante la terapia, non così esplicita come un feticcio ma più subdola. Innocua per gli altri, devastante per me.

Credo che sotto quel profilo i miei genitori lo abbiano definitivamente massacrato. Lo so non si può dare tutta la colpa ai propri genitori e soprattutto quando si diventa adulti ci si deve anche fare pace con i propri demoni e il passato, la domanda è: e se non lo si diventa mai adulti?! E cosa ci dice che siamo davvero “grandi”?! L’avere un lavoro, pagare le bollette, compilare il 730, prendersi responsabilità maggiori forse?

Questa cosa di mio fratello mi sta massacrando lentamente, il nostro non è stato un gran rapporto, freddo per lo più e distante. Spesso mi sono ritrovata a pensare che noi cinque se non ci avessero messi insieme per legami di sangue avremmo frequentato altre persone, ma la famiglia non la scegli.

In questo periodo surreale e disgraziato dalla casa dove vive con mio padre, quella casa degli Usher terribile e così reale, mio fratello cerca me per trovare sostegno. Io che sono in terapia da quasi 4 anni a fasi alterne per distaccarmi dai legami di sangue per guardali con occhi neutri. Lui cerca quella che ritiene essere la persona più forte, o forse solo quella che non lo sovraccarica di inutile ansia.

Vorrei potergli stare accanto nel migliore dei modi. Vorrei davvero avere quella forza che vede lui, vorrei riuscire ad aiutarlo a gestire mio padre che da solo è un ostacolo enorme. Ogni giorno ci provo ma certi giorni si fatica perché arrivano le chiamate di mia madre che anche lei si appoggia a me e mi chiede di distrarla e io che da anni ormai sono abituata a tenere tutto dentro per evitare di avere punti deboli da attaccare non riesco soddisfarla come vorrebbe. Le appaio vuota, senza una forma precisa, inconsistente. Un frattale che possa modificarsi durante la conversazione. Le concedo solo ascolto e poi qualche risposta alle domande di economia per rassicurarla su fake news che ha sentito o letto, cerco di imprimerle un senso critico sano rispetto a ciò che legge, ma fatica così chiede a me e io ci provo usando le conoscenze che ho e tutto ciò che ho letto.

“È come se tu fossi la BCE e io l’Italia” e in questo periodo come sempre non potrebbe essere altrimenti.

Pubblicato da Deserthouse

Innamorata della musica della chitarra e della scrittura, ho un blog che aggiorno spesso, amo leggere le cose scritte da altri, qualsiasi cosa possa darmi uno spunto di riflessione, o farmi indugiare in una sensazione. Come tutti sto cercando il mio posto nel mondo sperando che ci sia un climax ascendente nel mio finale.

27 pensieri riguardo “Frattale

  1. Leggo sempre ciò che scrivi ma, sempre più spesso, commentare o mettere solo un like diventa difficile. La tua sofferenza è tangibile, ma allo stesso tempo tanto personale che non esistono, a mio parere, frasi o parole che possano in qualche modo lenirla. Mi dispiace molto per come stai e per come ti senti. ❤

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    1. Cerco di usare questo spazio per sfogarmi un po’. Ultimamente non uso più mezze parole immagini o modo indiretti. Ho così bisogno di liberarmi che devo dire tutto come sta. E mi dispiace se crea nel lettore fastidi, nausee del cuore. Andrà meglio per tutti ci si adatta a tutto e si va avanti. Grazie di essere passata tu sai leggere molto più in profondità, lo so. ❤️

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  2. Mi fermo spesso a meditare sul fatto che, in questo periodo di difficoltà comune, c’è chi comunque continua ad affrontare anche quelle pesanti sfide che vanno avanti da tempo, da anni. Ingiusto. Ognuno si merita la dovuta tranquillità e leggerezza. Ma queste prima o poi arriveranno, perché non ci si deve arrende, e quando giungerà il momento sarà ancora più lieve del normale. Un abbraccio

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  3. Ti abbraccio e non aggiungo altro, non ci sono parole abbastanza grandi da colmare almeno in parte i tuoi vuoti, ma questo abbraccio virtuale sentilo come fosse vero, stretto, forte e caldo.

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  4. spesso succede questa discrepanza di valutazione tra noi e gli altri: noi ci sentiamo l’anello debole di una determinata struttura (famiglia, lavoro, amici), altri ci percepiscono come l’anello solido della catena su cui contare, l’anello di salvataggio da sfruttare e forzare fino al rischio di romperlo. l’unico vantaggio di questa anomala percezione altrui è che ci costringe a trovare in noi forze e capacità che non credevamo di possedere.
    ml.

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    1. È vero mi sto scoprendo resistente e a volte resiliente ma anche tanto fragile ma perché non poterlo ammettere in fondo?!! Come ho scritto ad altri forse avrei potuto usare parole diverse meno tristi meno dure ma ogni tanto bisogna anche alleggerirsi e guardare le cose come sono e magari possono anche migliorare o quanto meno può cambiare la nostra personale visione su di esse. Grazie per la tua lettura e il tuo commento ❤️

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  5. quello che scrivi è di una sconfinata tristezza acuita da questi momenti non propriamente felici.
    Però sono sempre ottimista e vedo il bicchiere mezzo pieno. Dovete guardare avanti, Avete una vita da percorrere e lo dovete fare nel migliore dei modi.
    Un abbraccio

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    1. Alla fine andrà tutto bene. Forse non avrei dovuto scriverlo qui in modo così crudo e diretto ma sentivo di liberarmene. Voglio anche io guardare il bicchiere mezzo pieno, oggi qui c’è il sole sto suonando la chitarra e ho alcune idee per alcuni progetti. Grazie del tuo commento e del tuo abbraccio ❤️

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  6. Vorrei dirti che andrà tutto bene. Di essere positiva. Ma non avrebbe senso. Quando l’anima sanguina ed è rotta in più punti, non possiamo far altro che attendere gli eventi. E metterci tutta la forza che abbiamo.

    Di una cosa sono sicuro però. Uscirai dalla tempesta con le tue forze. Un abbraccio immenso 😘

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    1. ”nel bel mezzo dell’odio
      ho scoperto che vi era in me
      un invincibile amore.
      Nel bel mezzo delle lacrime
      ho scoperto che vi era in me
      un invincibile sorriso.
      Nel bel mezzo del caos
      ho scoperto che vi era in me
      un’ invincibile tranquillità”

      Grazie del tuo abbraccio, li prendo tutti i vostri abbracci e me lo tengo stretti.

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  7. non servirà granchè… ma quello che ho percepito io da quello che hai scritto è in ogni caso una cosa positiva… hai ancora un cuore che pulsa e la fa in modo molto forte…. nella mia vita ho visto e conosciuto persone spente o spegnersi… tu hai ancora questo cuore e questo sentimento che si fa sentire… è difficile, è sofferenza, è dolore ma lo è perchè c’è ancora una parte di te che ha la forza, la voglia, il dovere di lottare…. a volte sembra non farcela ma non si è arresa… per quel che può valere io poserei l’attenzione su questo…. sei ancora viva nell’anima… e spesso questa è la chiave….

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  8. un ruolo pesante da sostenere, quello di figlia e di sorella forte, incrollabile, a cui tutti si aggrappano. Ma qualche volta, è bene anche concederci del tempo per starcene in quarantena con la nostra sofferenza e prenderci cura delle nostre fraglità. un abbraccio ❤

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  9. Ti ho scoperta per caso e ho deciso di seguire i tuoi pensieri. Pensieri utili a cercare le proprie risposte. Il tuo sfogo, come lo chiami, è necessario per comprendere fino in fondo le nostre strutture, le nostre fragilità.
    Grazie per aver condiviso questo spaccato di intimità !

    Un caloroso saluto.
    Stefano.

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  10. L’emozione ha fatto partire da sé il commento. Da un anno e mezzo continua a combattere tra chemio radioterapia e pasticci vari …
    Certamente la sua vita è stata stravolta e sarebbe impensabile che io dicessi la stessa cosa ma è il mio pensiero più grande è doloroso.
    Abbi il coraggio di sorridere sminuire il suo male senza angoscia rlo io questo ho capito almeno l’illusione di sentirsi ‘normale’
    Abbraccicari 🌷❤

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