Fine.

L’odore di merda mi invade le narici, fatico a trattenere le lacrime, ma non mi vedranno piangere come una volta, mi nascondo ancora nei cessi quando mi sento male, male, male. Le mattonelle verdi scuro ricoprono le pareti, la greca presenta il disegno di un giglio dai bordi marroni, riempito con dei pallini bianchi sbiaditi che si ripetono e incorniciano la stanza. Sulla parete libera alla quale è appoggiata una vasca idromassaggio satura di scatoloni, ragnatele e polvere, le mattonelle hanno il disegno di un’intera pianta con i gigli, bianco sporco. I petali un tempo rigogliosi, puntano verso il basso e una patina di calcare li riveste. Immagino lo abbiano trovato raffinato e di buon gusto un giglio in un bagno ma quel verde così acceso ne ammazza l’eleganza. Gli vomita addosso il tempo passato.

La mia scrivania è vuota, la lascio come l’ho trovata. In ordine. Ripenso alle frasi di un mese fa del mio capo “secondo me te lo rinnovano, decido io su questo”. Ripenso al primo giorno al colloquio con la proprietà “noi puntiamo a tenere le persone perché siamo una realtà in crescita”, ripenso al mio collega che dice “lui non manda via nessuno”. Fisso la portafinestra chiusa, fuori il balcone e gli aghi di un pino che coprono per metà il cielo. Mi sento come se fossi stata su un cornicione spesso per tutto il tempo, uno di quelli sul quale si può anche camminare o correre stando attenti però. Un cornicione di una palazzina anni ’70, la facciata con vistosi distacchi. Mi sento come se mi avessero spinta giù e sto cadendo e lo vedo che cado, ne sono totalmente consapevole che vorrei aggrapparmi ma non ce la faccio e scivolo, la caduta non è veloce, anzi c’è come una lentezza plastica compensata dalla velocità interna e interiore che fa salire la nausea fino alla bocca.

Ultime tre ore in ufficio, sono come un fantasma. Ufficialmente il mio contratto finisce sabato, venerdì avevo detto che avrei preso un giorno di ferie. Ne ho sei di giorni resterò a casa anche domani e giovedì. Che senso avrebbe venire qui?! Mi chiedo il perché e so per certo che la mia capa non mi avrebbe detto nulla se non avessi chiesto stamattina.

Ultime tre ore qui. Conto i minuti, i secondi che incrementano la nausea, che lanciano le lacrime. E io sola a combattere a resistere per mantenere la dignità. Fino alla fine cerco di chiedere se c’è qualcosa da fare, attivo contratti, archivio le ultime cose. Fino alla fine cerco di mantenere la mia dignità. Non pensavo che avrei avuto il coraggio di chiedere. Lo sapevo. Lo so da settimane e la consapevolezza mi rendeva riluttante ma dovevo vedere la sua espressione imbarazzata, che improvvisamente intimidita mi diceva con voce bassa come a cercare di non far sentire agli uffici vicini “eh siii, il contratto finisce qui”. Ci vuole tanto troppo coraggio a mantenere la calma, il contegno in un giorno di primavera col sole, quando sei appena stato “accompagnato alla porta”.

-Venerdì la signora della gestione del personale ha preparato una lettera da farti firmare

-col contratto a tempo determinato non serve la lettera, infatti sono venuta a chiedere anche se avevo capito solo perché mi sembrava più onesto dirlo in faccia.

-infatti non te l’ho data perchè secondo lei era una cosa carina, ma per me no.

-in che modo questo tipo di lettera può essere carina?

-Eh… infatti. Avendo le ferie puoi stare a casa, la signora del personale pensava che già lo fossi.

Mancano meno di due ore sono tutti usciti, ultimo pranzo da sola ma non ho fame. Posso piangere almeno un poco, non mi vedrà nessuno. Posso andare fuori sul balcone, chiudere gli occhi e prendere un po’ di calore. Non mi vedrà nessuno.

Pubblicato da Deserthouse

Innamorata della musica della chitarra e della scrittura, ho un blog che aggiorno spesso, amo leggere le cose scritte da altri, qualsiasi cosa possa darmi uno spunto di riflessione, o farmi indugiare in una sensazione. Come tutti sto cercando il mio posto nel mondo sperando che ci sia un climax ascendente nel mio finale.

50 pensieri riguardo “Fine.

  1. Capisco l’amarezza e la delusione che stai provando in questo momento, ma ho letto i tuoi precedenti post sull’argomento e posso dirti una cosa?
    Non hai perso nulla!
    Sono loro che hanno perso una persona come te, determinata e preparata, e sono certa che il futuro ha in serbo per te qualcosa di più gratificante dal punto di vista professionale.
    A parte l’aspetto economico, che senso avrebbe avuto continuare un lavoro che ti dava scarsissime soddisfazioni, con gente pressappochista e di scarsa professionalità?
    Davvero, da ora in poi non potrà che andare meglio, quindi asciugati le lacrime, rimboccati le maniche, sfodera il tuo miglior sorriso ed esci da lì a testa alta e fiera di te!
    In bocca al lupo! ❤

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    1. Sono uscita da lì non con il mio sorriso migliore ma ho cercato di non farmi vedere troppo giù. Ho pensato facendo la strada a piedi verso l’autobus per l’ultima volta che non era la cosa peggiore che mi fosse capitata ed è stato un piccolo sollievo. Arrivata alla fermata ho sentito come una voragine tutto quello che avevo trattenuto a forza era pronto ad uscire ma ho cercato di respirare e rimandare anche le lacrime. Oggi ad esempio non ho voglia di piangere, mi sembra come se mi fossi svegliata da un brutto sogno e ho ancora addosso quella sensazione di disagio. Per qualche giorno è meglio che faccia altro e poi con calma ricomincerò a cercare un altro lavoro. Grazie per le tue parole davvero grazie di cuore

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      1. Lo so… Però il senso di fallimento è solo un’idea, non è la realtà. Goditi la giornata libera e rilassati, domani penserai al lavoro😘🌼

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  2. Ma certo, dentro di te lo sai benissimo, i commenti non fanno altro che farti da specchio, sapevi di essere in gabbia, non ti piaceva, è un po’ una strategia, anche, quella di far pensare alle persone che “devono farsi andar bene le cose” perché tanto non si trova di meglio, non è così, sii consapevole di quanto vali (e te lo dice una che ce ne ha messo… e ha ancora da imparare, eh! Però… 🙂 )
    Un abbraccio grande!

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    1. Non è facile capire e accettare quanto valgo con il mio percorso, è una lotta difficile ma necessaria. Andrà meglio devi solo far passare questi giorni. Grazie mille per le tue parole

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      1. pensavo di aver perduto tutto dopo 9 anni di lavoro, mi sn reinventato, sono emigrato a varsavia e adesso non vorrei più tornare, sto passando uno dei momenti più belli dalla giovinezza a oggi. non ti abbattere e osa, prima lo fai meglio è, io me ne sn pentito di averci pensato così tardi

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      2. io qui non volevo venire…cambiare vita, lasciare gli affetti…dopo un paio di mesi di ambientamento adesso non vorrei più andare via, al solo pensiero ho il magone, ho trovato serenità e soddisfazioni nel lavoro, amici meravigliosi, una città vivibile….spero che queste parole ti siano di coraggio! magari io l’avessi fatto prima…magari!!!!

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  3. Ogni parola è inutile in questo momento. Ma quando ritornerai a leggere, una cosa voglio lasciartela:
    Non ti arrendere, non demordere, altrimenti avranno vinto loro!
    Sono sicuro che non gliela darai vinta perciò ti auguro il mio “bocca al lupo”.

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  4. Quel posto faceva schifo e farà ancora più schifo ora che te ne sei andata.
    Mi auguro tu ti sia pulita ben bene le suole delle scarpe uscendo da lì.
    Anche se ora ti senti a pezzi sei stata forte e onesta e meriti molto di più. Te lo auguro con il cuore.

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  5. Le parole son di poco conforto.
    Lo so.
    Sembra di valere niente…
    Conosco le cadute così rovinose.
    Quelle che imbrattano il cuore di polvere. La testa di acido.
    Per un po’ si desidera solo starsene a terra.
    Poi, il tempo, ti prende per mano.
    Ti aiuta a rialzarti.
    Ed allora, prendi le mani, vedi che dopotutto non sei così male.
    No.
    Inizi a spolverare via i granelli velenosi. Li estirpi. Anche quelli più radicati nella pelle. Fino a farti venire le vesciche. Ma vai avanti.
    Ed inizi a vedere quanta forza hai, che nemmeno ti ricordarvi più.
    Ti abbraccio.

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  6. Mi dispiace! So che è brutto, perché mio padre ha vissuto qualche anno fa la stessa esperienza… posso solo dirti, dalla mia età giovane e senza esperienza, di crederci, che troverai altro e sarà un nuovo inizio, alla fine le persone per bene le cercano ancora 😘

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  7. Ho messo la “stellina” del like, che è un like molto relativo. Mi dispiace, perchè ci sono passata anch’io, e so anche quanto faticoso sarà raccogliere i cocci… Ma, coraggio, vedrai che ti risolleverai e ritroverai la voglia di metterti in gioco. In bocca al lupo! 😉

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  8. ti ho seguita in questa avventura e onestamente hai tenuto un atteggiamento coerente con la tua personalità. Qualcuno dirà che è meglio essere incoerenti ma credo che scendere a patti col proprio ego non è mai troppo bello.
    Capisco che quello stipendio faceva comodo ma non ti dava soddisfazione. Però la tua non sarà un’esperienza a perdere, perché potrà un bel biglietto da visita per i prossimi colloqui.
    Coraggioe forza, vedrai che potrai raggiungere i tuoi obiettivi.

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  9. Ho teso corde
    da campanile a campanile;
    ghirlande da finestra a finestra;
    catene d’oro da stella a stella,
    e danzo………..Arthur Rimbaud

    No so che dire e non so se serve a qualcosa ma ecco: pensa ad altro. Bisogna sempre trovare altro a cui pensare. Ti abbraccio forte forte.

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