Sarebbe stato diverso se non avessi iniziato io? se non fossi rimasta qui troppo a lungo sola con lui nell’altra stanza? sarebbe stato diverso?perché devo sempre perdonarmi qualcosa?, perché non posso semplicemente essere qualcosa di buono di proficuo, giusto?! Ho iniziato a scrivergli perché volevo si innamorasse di me, ma non è andata così non posso dire di essermi io innamorata di lui, sono così stravolta e così persa che non saprei più dire cosa possa significare ora questo desiderio. Non sento niente e non so dove sto andando, non sarei qui altrimenti, non sarei qui a sputtanare i miei pochi soldi, a spremere le mie viscere davanti a uno sconosciuto, a trattenere per la vergogna lacrime che questo corpo, che non sento mio, getta al mondo, come per chiedere aiuto e ribellarsi dalla sottoscritta; siamo stati fatti insieme, il corpo non è tuo lo dovrai restituire, questo mi dicevano da piccola, non puoi suicidarti perché non è tuo, non puoi fargli del male perché non è tuo, se non ho potere neppure sul mio copro che non è mio perché mi è stato dato? per avere una stupida forma che possa vagare e fare quello che deve nel mondo?! il mio corpo non è questo ed io non voglio stare qui, mi ci ha portato lui, ed ora sono costretta ad aprirmi a far vedere ciò che la mia pelle i capelli le mie ossa nascondono. “Come stai oggi?”
Il corpo raccoglie tutto, lo assorbe e lo tiene stretto, sembra si possa andare oltre all’inizio ma non è così, sei convinto per un po’ d’ aver dimenticato, di essere andato oltre, ma non è così. Il corpo respira le ansie, le paure, le gioie e poi te le rovescia contro al momento che ritiene opportuno, con una memoria, ti ridona le stesse emozioni, anche quelle che vorresti cancellare ma non si può. Ho cancellato interi pezzi di vita, anni, ho solo qualche ricordo vago, qualche sensazione, tutto è obnubilato, ogni tanto un odore, una situazione, un’espressione su un volto, alcune parole riaprono camere oscure, pensieri lontanissimi. E’ per questo che si va dall’analista: bisogno di avere qualcuno al proprio fianco per entrare in queste zone d’ombra. Non ho paura del buio, da piccola ho deciso che non dovevo averne e così mi sono costretta a stare un’ora al buio da sola sul pianerottolo delle scale, i miei pensieri di bambina mi portavano a immaginare mostri e strane figure, mi bastava allungare il braccio, nessuna massa, nessun corpo davanti a me, i miei occhi mentivano, la mia mente si prendeva gioco di me, così non mi fido del mio corpo. Entrare nei ricordi rimossi è più difficile, ci vuole coraggio estremo, è come vedere un vecchio film che ci ha talmente emozionati da non poterne sentire più neppure la colonna sonora, che appena partono quelle note lo sai che succede, si apre una voragine subito sotto al seno, il cervello rimanda un impulso agli occhi, gli ordina di piangere, senti subito che è lì la tua stupida e inutile lacrima, simbolo di un amaro fastidio, ma il tuo corpo ha deciso ha assimilato tutto, ricorda esattamente che hai pianto e ti sei emozionata alla vista di quelle immagini e ora beffardo ti rimanda tutto insieme. Nei vecchi ricordi quelli dimenticati bisogna attuare una sospensione del giudizio, per non rimanere nuovamente feriti, guardare il tutto come spettatori ubriachi, che vorrebbero interagire e infastidiscono lo spettacolo e gli attori, ciò che vedono non gli piace li disturba, “non è andata così” si dicono, non erano esattamente quelle le parole che mi hai detto, ed io? che ti risposi? il tempo addolcisce i fotogrammi, scavando scavando prevale poi la propria indole, dare tutta la colpa agli altri o a se stessi, be’ io appartengo al secondo tipo, sono certa che in un modo o nell’altro avrei potuto fare meglio, per questo sono qui: imparare a sospendere l’eccessivo giudizio verso me stessa.
Allora Giulia come stai? sto, vorresti rispondere, che in sé rappresenta una risposta fin troppo significativa, e tu non vuoi dare alcuna soddisfazione a questa persona davanti a te. Allora perché sei qui? che senso ha spendere 50 euro a seduta? che senso ha? sto meglio, le rispondo e mi pento quasi subito di questa risposta, meglio? rispetto a cosa? hai già detto al tuo analista che sei stata male, ogni parola viene analizzata, gli stai chiedendo aiuto in modo stupidamente subdolo. Dimmi, posso darti del tu? sei così giovane… ogni volta che mi dicono così penso ai miei anni e a cosa può significare “così giovane”, forse è solo un modo per rompere il ghiaccio, un modo per avere meno formalità in fondo pensaci Giulia stai per raccontare della tu vita a questa sconosciuta e vuoi davvero nasconderti dietro a un “tu”, un “lei”?! forse se non dovessi vedere qui, ora, il suo sguardo imperturbabile non ci penserei e avrei già iniziato a sbrodolare parole su parole.
“sto leggendo questo libro strano di Grossman, sono lettere e l’ho regalato a mia sorella per Natale, non mi ha ancora fatto una recensione lei, ma più lo leggo, e più penso a come si possa cercare conforto e confronto con estranei. C’è così tanta disperata passione e desiderio, mi imbarazza il modo in cui lui si apre così indifeso senza alcuna barriera, apre tutte le possibili porte e la porta dentro, la costringe ad entrare nel sua testa, nella sua anima, nel suo corpo, lui le esprime un desiderio che non ha intenzione di esercitare dal vivo, lei è la sua compagna reale per il suo viaggio immaginifico”.
Non so bene come comportarmi, se sbaglio le parole lei penserà cose diverse ed io resterò con quell’immagine appiccicata addosso, “ho iniziato ad andare in piscina, superato l’imbarazzo iniziale so di fare la cosa giusta, per il mio corpo il mio fiato, il mio cuore. E col costume intero, che è per definizione un’ ingiustizia per ogni corpo, sto meglio di quanto immaginasi, è stata una piacevole sorpresa, vedersi più bella, credo di aver cambiato sguardo su me stessa, lo sto addolcendo”. Ho solo questo corpo questa anima e questa possibilità di vita, bisogna che me ne prenda cura, per questo sono qui, vorrei aggiungere, ma mi fermo e il fatto di stare nella sagrestia di una chiesa, mi fa pensare che la mia anima centri sempre più. L’ambiente è austero e fermo, mobili di legno scuro, pareti ricoperte in legno fino a metà altezza, sullo scrittoio davanti a noi certificati di battesimo da compilare, non mi sento a mio agio su questa sedia austera e dura, dallo schienale alto e massiccio. Sono in imbarazzo per la situazione e il luogo, non vado mai in chiesa, e parlare dei cazzi miei qui mi sembra inappropriato, anche solo pensare la parola “cazzi” è inappropriato, ma era la psicologa che costava di meno. Ha i capelli ricci arruffati, si sente un leggero accento del sud, ha un modo di fare spigliato e disinvolto ma lo trattiene, non vuole essere invadente, sento che è la classica donna con cui proverei imbarazzo in una situazione informale come un aperitivo, percepisco la sua sicurezza almeno tanto quanto lei sente la mia reticenza. Mi chiedo quanti anni abbia, fa differenza? davvero questo ti importa? sono in qualche modo ossessionata dall’età delle persone accanto a me, con cui lavoro, razionalmente so che non ha senso ma mi rendo conto di chiedermi l’età delle persone solo per potermi ferire, solo per poter fantasticare sulla loro vita e poterla confrontare con la mia.
Sono così rigida che potrei essere scambiata per un complemento d’arredo, se la sedia potesse inghiottirmi gliene sarei grata a vita, invece no, resta lì più rigida di me e così accavallo le gambe per sembrare più sciolta. “Perché sei qui?è la prima volta che vai da una psicologa?” mi chiede. No ovviamente non è la prima volta, prima c’è stata Silvia, e adesso tu Alessandra. Scelgo donne perché credo che mi sentirò più a mio agio, come dal ginecologo, perché credo che toccheranno con più leggerezza le parti più intime e poi se fosse un bell’uomo sì me ne infatuerei, lo so, e soprattutto detesto piangere davanti agli uomini, dai loro l’ennesima prova che le donne sono troppo emotive e frignano in continuazione ed io non sono così, non voglio essere così.
Leggere questo post ha fatto nascere un turbinìo di pensieri..
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mi fa piacere che il mio racconto porti a qualche riflessione
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C’è la discrasia tra il corpo fisico e quello spirituale che si pensa di risolvere con 50€ a botta. I risultati sono modesti ma le riflessioni sono buone.
Grazie per essere passata dal mio blog
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grazie a te
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Scusa sai, ma sei una donna intelligente (troppo) hai una laurea in ingegneria e non è poco, hai tanto da dare, ma non a chi vorresti tu perché gli altri non vogliono e allora …per favore, i 50 euro…mettili via e quando ne avrai il tanto che basta vai a fare una vacanza rilassante in una spa. I ricordi sono macigni che ci portiamo dietro perché noi lo vogliamo, mettili in fondo alla tua anima e lascia spazio per i nuovi ricordi che da domani arriveranno. Poi cerca di vivere con più leggerezza, senza sensi di colpa, perché poi? I nostri sensi di colpa fanno comodo agli altri perché così si scaricano dei loro.
Scusa se mi permetto, ma ho vissuto anch’io così ed ora mi dico che devo vivere per me, senza trascurare gli altri, ma non voglio più essere lo zerbino degli altri.
Abbraccio
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grazie del tuo commento, quella lei ora non c’è più, questa donna ha qualcosa di me e qualcosa di inventato doveva essere il personaggio di un libro che non è mai andato avanti. Hai ragione a dire che bisogna vivere con leggerezza che come diceva Calvino non è superficialità ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. grazie di essere passata 🙂
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Grazie per essere diventata follower di FASHIONIZE blog. Interessantissintissimo il tuo blog
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grazie a te 🙂
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Ciao grazie per essere diventata follower di fashionizeblog.com. interessanti i tuoi racconti,brava
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immagino non sia stato facile scrivere questo pezzo, non perchè lo consideri un’affabulazione autobiografica, ma perchè, al contrario, penso sia l’interpretazione di un personaggio in cui ti sei dovuta calare dando credibilità al suo farneticare. Mica facile, un po’ come per l’attore a teatro fare da sobrio la parte dell’ubriaco, si rischia sempre di andare sopra le righe o di risultare opachi.
direi che la tua prova è riuscita, hai mantenuto nel continuo ondeggiare della protagonista un’invisibile andamento rettilineo.
ml
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grazie mille per il tuo commento
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https://worldphoto12.wordpress.com/2016/05/01/ricordando-tazio-nuvolari-il-mantovano-volante/
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