A mio padre

Dedico il primo post di questo esperimento a mio padre. Oggi è la festa del papà, ho letto su Facebook molti post delicati e sinceri, dedicati al proprio padre, alcuni hanno caricato foto, altri citazioni, altri ancora canzoni e ricordi. Mio padre di me si ricorda quando da molto piccola nella culla lo fissavo la mattina presto, in silenzio, prima che uscisse per andare a lavoro, lui non si avvicinava vedeva solo quest’occhio che lo seguiva e aspettava forse che si avvicinasse un po’ di più, ma lui non si avvicinava, quando gli chiedo il perché mi risponde in un modo che non riesco a capire, forse un giorno quando avrò dei figli miei ci penserò, comunque lui mi dice:” non mi avvicinavo perché altrimenti ti saresti messa a piangere”. Forse il rapporto con mio padre sta tutto lì, lui che non si avvicina mai abbastanza ed io che lo fisso alla ricerca di attenzione. Adesso che sono adulta e che potrei avere figli miei so che i miei genitori hanno cercato di fare del loro meglio nonostante non fossero affatto destinati a stare insieme, nonostante si siano detti e fatti le cose peggiori. Da mio padre ho ereditato il disagio per gli affetti, il desiderio di essere ascoltati ma la timidezza di chiedere. Qualche giorno fa per telefono, dopo che mi lamentavo che non mi chiamava mai, mi ha detto:”io non sapevo che stavi male, con me non ci parla mai nessuno…”. Ho sentito una forte tristezza avvolgermi, ho sentito la sua solitudine come un velo che copre tutto il corpo, non ho saputo dire nulla, ho solo cercato di non far sentire l’amarezza nella voce. Il giorno dopo gli ho scritto un messaggio, perché di persona lo so avrebbe imbarazzato entrambi:”con me puoi parlare se vuoi, anche con me non parla nessuno”. Lui dopo poco mi ha chiamata, forse stavolta ha sentito la mia solitudine, non gli ho risposto perché desideravo risparmiare il misero tentativo di amicizia e disagio che stavamo per avere, ho gettato il sasso e nascosto la mano. Per riportare tutto sul binario normale gli ho scritto che il lavandino ora funzionava, che ero riuscita a sistemarlo da sola, pensando che l’uomo del fai da te sarebbe stato orgoglioso di sua figlia. Non ho un gran rapporto con mio padre, non ci sentiamo mai e siamo colpevoli entrambi, alcune cose sono difficile da perdonare e per te alcune abitudini lo sono. Siamo tutti soli in questa famiglia legati dal sangue ma è un legame davvero debole nel nostro caso, ognuno vorrebbe spiccare il volo e farsi trascinare altrove. Io ho spiccato il volo anni fa, o almeno c’ho provato, combatto con tutti i miei fallimenti e tutti gli errori e a fatica sto cercando di perdonarmi, e in questo perdonarmi sto provando a  non farmi più influenzare dai cattivi giudizi e dalle parole perfide che provengono anche dalla mia famiglia, sto provando ad accettare anche loro per come sono. Così stavolta più o meno trent’anni dopo mi avvicino io a te e ti ringrazio di avermi portato ai concerti e di aver aspettato che finissero, allora la mia vita era tutta lì, ti ringrazio per aver fatto il lavoretto di educazione tecnica, ti ringrazio per esserci stato quando eravamo soli e le maestre a scuola chiedevano vipere e maliziose dove fosse la mia mamma, ti ringrazio per gli abbracci dopo il lungo viaggio arrivati alla stazione, per non avermi mai detto che sono un fallimento anche nel periodo (troppo lungo) universitario o adesso che il lavoro tarda ad arrivare, ti ringrazio per averci provato, ti ringrazio per il tuo bene a distanza, in silenzio.

Pubblicato da Deserthouse

Innamorata della musica della chitarra e della scrittura, ho un blog che aggiorno spesso, amo leggere le cose scritte da altri, qualsiasi cosa possa darmi uno spunto di riflessione, o farmi indugiare in una sensazione. Come tutti sto cercando il mio posto nel mondo sperando che ci sia un climax ascendente nel mio finale.

22 pensieri riguardo “A mio padre

  1. Molto bello e molto toccante. Le cose belle, i sentimenti veri e umani, anche nella loro debolezza, vanno sempre condivise. Anche io con mio papà avevo un rapporto non così stretto, ma ora che non c’è più, mi manca tanto e rimpiango le volte in cui potevo semplicemente dirgli “ti voglio bene”. un saluto e grazie per essere passata da me 🙂

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  2. E’ molto simile al rapporto che io ho con i miei genitori. Ma è solo colpa e responsabilità mia. A leggere quello che scrivi, quello che vi dite e anche tra le righe vi volete bene. E’ un buon inizio e i rapporti si costruiscono nel tempo. Non sto dando un giudizio morale sto scrivendo in base all’esperienza, ma visto che ci siamo appena incontrati mi fermo qua.
    Ma continuerò a leggerti e seguirti.
    Grazie, ciao
    Doro.

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  3. Essere genitori come essere figli non è semplice : non esiste una scuola
    Bisogna arrangiarsi alla meno peggio
    La vita non ci regala niente : ma non ti etichettare come fallita.
    In fondo gli Errori sono alla portata di tutti

    Tuo padre con tutte le sue pecche è un Padre

    Ti lascio l’ augurio di una serena e lieta Pasqua
    Sorrisi
    Mistral

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  4. E’ vero, le figlie hanno un debole per il loro papa’, il lui vedono il coraggio, la forza, la protezione, la solidita’, ma un papa’ e’ un essere umano come tutti gli altri, nasconde il bisogno di dolcezza e di tenerezza anche se lo negherebbe sotto tortura.
    I padri sono sempre timidi con le loro figlie, una forma ancestrale di rispetto, fai t

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  5. Ops….commento a meta’….finisco, cercalo sempre tu, dagli il coraggio e la forza che solo tu puoi dargli, ricorda che il tuo papa’ rimarra’ l’unica persona di cui ti potrai sempre fidare.
    Ciao…

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