La regola dell’uno

Ieri è stata una giornata surreale e non perchè vivo in una delle regioni con con casi di virus e neppure perchè sono andata al supermercato a fare la spesa per l’apocalisse. è stata surreale la conversazione che ho avuto con la mia insegnante d’inglese e scrittrice e amica (?). Sono tre mesi che dovevo recuperare tre lezioni già pagate, non capivo perchè me le spostasse di continuo perchè non si riusciva mai a recuperarle allora ho iniziato a pensare che il problema non fosse con la professionista ma con l’amica(?) le ho chiesto se avesse qualche problema con me e mi scusavo nel caso le avessi fatto qualche torto(?). Lei mi ha risposto che era stata molto occupata e che aveva avuto solo mal di testa e aveva deciso di privilegiare gli studenti con scadenze imminenti per colloqui, per test e mettere da parte quelli che non avevano fretta. L’ho ritenuto poco professionale ma non il fatto che mi avesse messo tra quelli che possono aspettare ma che non me lo avesse detto sì. Finalmente ieri ho questa lezione, io mi preparo perchè negli ultimi mesi ho studiato poco l’inglese mi rimetto a studiare daccapo facendo un ripasso di grammatica e le scrivo in anticipo che mi scuso perchè avrò un livello più basso di altre volte. La lezioni inizia con lei che mi chiede del lavoro, le dico che l’ho lasciato cerco di spiegarle in inglese il perchè ma è difficile molto difficile, la vedo sorridere e sogghignare, non capisco. Poi parte una sorta di attacco frontale: prima in inglese e poi in italiano, così che io possa capire meglio. Mi dice che sono tutte scuse che non troverò mai un lavoro dove non c’è frustrazione, io vorrei spiegarle di più ma per lei sono solo una povera scema che appena c’è una difficoltà scappa, o almeno questo sembro dalle sue parole. Mi fa pesare che siamo in crisi economica e io che lascio il lavoro, certo se me lo posso permettere ma così divento sempre più dipendente dal mio compagno e non mi fa bene, certo se non voglio lavorare e non voglio essere libera e indipendente sono scelte mie ma lei non crede che mi faccia bene, me lo dice sprezzante. Poi aggiunge che ho un compagno mediocre perchè non mi dice nulla e accetta le mie scelte, inadatto a me che poi anche lui poverino come fa a sopportarmi. Dopo avermi massacrato con ciò che è la mia massima coda di paglia passa al mio secondo argomento preferito: le relazioni con il genere umano.

Se parli con gli altri come parli con me come hai scritto a me è normale che ti blocchino che si allontanino, ogni tua parola è una richiesta d’aiuto, anche i commenti su fb, tu puoi commentare e io lo so che sei così perchè ti voglio bene ma le persone si spaventano da tutta questa sofferenza, nessuna la vuole è normale che la gente si allontani che ti blocchi e che ti tratti male. Ma non hai nessuno che ti aiuta? tu madre non ti dice nulla? io ti porterei a forza da uno psichiatra, che io non dovrei fare diagnosi ma per me tu hai bisogni dei farmaci, stabilizzatori dell’umore. Insomma è possibile che nessuno lo veda? e poi cosa vale la regola dell’1? un giorno quel lavoro, una volta la nuova terapista e un mese l’altro lavoro? ma non lo vedi ? forse tu non te ne rendi conto, e ti piace il tuo dolore, ti piace la tua angoscia ma è un circolo vizioso. Anche quando mi hai detto che non ti piaceva andare dalla nuova psicologa perché era nel tuo luogo natio ho capito subito che volevi aggrapparti alla tua angoscia e poi hai lasciato anche quello. Io lo ripeto se parli con le persone come hai fatto con me nessuno ti sta vicino, le tue sono tutte richieste d’aiuto. E poi chiudi i rapporti, certo scappi.

foto dal web

La ascolto e piango e se avessi 15 anni chiuderei la chiamata, non riesco neppure a fermarla mentre parla, una lezione trasformata in un attacco frontale e io attaccata là dove fa più male là dove mi sento costantemente in difetto cioè il lavoro e le relazioni. Non riesco a dire nulla. Piango piango e non parlo, vorrei spiegare del lavoro ma avrebbe senso? vorrei giustificare ma perchè poi e a chi? Passo il resto del pomeriggio a interrogarmi su ciò che ha detto se ogni mia parola è una richiesta d’aiuto se sono messa così male come dice lei e sì LO SO BENE che non è normale il mio modo di affrontare alcune esperienze lavorative e me lo ricordo e sì LO SO BENE che posso diventare eccessiva perchè soffro di attaccamento e vittimismo ma cerco di contenerlo, almeno credevo di farlo. Mi critica perchè chiudo alcuni rapporti è una forma di richiesta d’aiuto ma gli altri sono legittimati a trattarmi di merda perchè “se mi esprimo così è normale che nessuno voglia starmi vicino che voglia vedere il mio dolore”. Si fa promettere che vada da uno psichiatra perchè “ci vogliono i farmaci”.

Per fortuna dopo il dolore, dopo l’autocommiserazione, dopo i pianti, dopo la rabbia e la frustrazione arriva il sarcasmo e il cinismo, così cerco e mi sforzo di prendere la parte buona della critica di trasformala in qualcosa di positivo, qualcosa per fare del bene a me, è dura durissima e fa male aver mostrato il fianco a qualcuno di cui credevo potessi fidarmi ma si va avanti e oggi ho chiamato già due specialisti, sono strapieni le psicosi da virus colpiscono tanto ma io sono messa bene perchè “hai un virus peggiore di quello che c’è in giro”.

Io adesso che ho il cinismo dalla mia parte vado a bere un bicchiere di vino e preparare il pranzo (e non è una richiesta d’aiuto).

Photo by freestocks.org from Pexels

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Pubblicato da Deserthouse

Innamorata della musica della chitarra e della scrittura, ho un blog che aggiorno spesso, amo leggere le cose scritte da altri, qualsiasi cosa possa darmi uno spunto di riflessione, o farmi indugiare in una sensazione. Come tutti sto cercando il mio posto nel mondo sperando che ci sia un climax ascendente nel mio finale.

26 pensieri riguardo “La regola dell’uno

  1. Le persone sanno solo giudicare, se avesse voluto aiutarti come amica, innanzitutto non avrebbe dovuto denigrare te e il tuo compagno ed il tono sarebbe stato affettuoso, non certo sprezzante.

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    1. Hai ragione è stata superficiale e l’ha mascherata dietro la sincerità. Puoi benissimo avere la tua opinione puoi benissimo criticare o non essere d’accordo con le mie scelte ma dovresti farmi spiegare e non puntare il dito e comunque anche i consigli non si fanno così

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      1. Sì sì, non ci conosciamo ma da come l’hai descritto l’ho riconosciuto subito quel comportamento… Anch’io l’ho subito spesso. L’unica è allontanare quelle persone, ma dato che spesso non è possibile farlo completamente, sto cercando di non parlare più con loro dei miei problemi (che tra amici è uno dei tanti argomenti naturali) perché ci marciano tantissimo… E se mi fanno loro domande rispondo in modo breve e vago. Certe persone fanno così nemmeno con cattiveria, ma forse per sentirsi loro superiori mentre lo dicono, o chissà… Ma sicuramente non fa bene a chi lo riceve, e non vanno prese sul serio!
        Poi magari possono anche avere ragione su singoli punti, ma non è questo il punto… Aiutare è prima di tutto empatia.

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  2. Non ti conosco quindi non ho alcun elemento per valutare il tuo modo di essere però, credo che, una che ti parli così ha seri problemi e forse dallo psichiatra dovrebbe andar lei. Le cose si possono dire , capisco anche un eventuale intento di dare una scossa ma quello non è aiutare ma giudicare per di più condannando senza appello. Io una così l’avrei già mandata affanculo anche per molto meno che poi…mi pare tu abbia pagato per delle lezioni di inglese e non per delle lezioni di vita! Io mi farei ridare i soldi…

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    1. Eh hai ragione, diciamo che a dare lezioni di vita ci pensa già la realtà non ne servono altre ma come ho scritto anche altrove devo usare questo feedback in moda da ottenere qualcosa di positivo per me è mettere in luce magari delle difficoltà che io non voglio vedere

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  3. Come dice giustamente Giuliana, c’è modo e modo di dire le cose. ma a volte certa gente sembra divertirsi e magari con le migliori intenzioni, invece di aiutare, ci butta addosso un quintale di “melma”….io mi limiterei a rapporti professionali. Amiche così meglio perderle che trovarle!

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  4. Qui probabilmente rientriamo nei casi di quelle mentalità che “io sono sincera, le cose le dico in faccia”, salvo poi riversare fiumi di giudizi a priori e zero consigli sensati. Ora, non conosco bene la situazione, ma non credo sia fondamentale per la conclusione a cui sono giunta… una persona che si permette di giudicare la vita privata, di criticare qualcuno per i propri punti deboli (che si chiamano deboli per un motivo) e per i propri problemi (chi non ne ha?), per me vale meno di zero. Se vuoi aiutare una persona non è questo il modo, stai confondendo una carezza con un pugno sui denti, se ho reso l’idea. Io le avrei risposto fuck you, in inglese

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  5. un personaggio così dovrebbe passare dal psichiatra perché la malata è lei e non tu.
    Di certo un’amica del genere se ne può fare a meno, perché sbagliano psicologia nei confronti del prossimo (tu). Se uno ti vuole aiutare non attacca frontalmente il problema ma con ragionamenti logici cerca di trovare i punti di debolezza e come fare a superarli.

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  6. ha adottato una terapia d’urto non richiesta, non conforme al suo stato (doveva insegnarti inglese!) e portata avanti con la cattiveria di chi ha bisogno di questo per sentirsi migliore.
    le stesse cose, dette in un altro contesto, da un’altra persona e soprattutto in un altro modo (ci vuole calore, tenerezza, a dire cose necessarie ma spiacevoli) sarebbero potute essere utili, così è stato solo fango, catartico per il suo ego, deleterio per te. Insomma una pessima persona, lei.
    ml

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    1. ho ascoltato le sue parole e dopo i pianti e il forte disagio ho deciso di dare un’altra possibilità alla terapia. Credo sia stata così diretta e aggressiva perchè ha scaricato sia di me l’ansia per queste settimane isteriche di virus. Domani andrò da un nuovo terapista e giovedì da una psichiatra. Non so se è ciò che serve ma parlare un po’ di sicuro non mi farà male.

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  7. …Le relazioni col genero umano… Sarà che ho letto qui e la ma… meno male che sei così… Mi mancava una persona profonda e incasinata come te. Sei la persona con più relazioni che conosca. La tua solitudine mentale è forse simile alla mia e ti sento molto vicina.

    Ciao.
    Stefano.

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