Errori e stanchezza

Non scrivo qui da troppo tempo. Sono stanca esausta. Fare la pendolare si sta facendo sentire e per quanto abbia cercato di elaborare al meglio il lutto, il destino mi ha beffato cercando di smontarmi e assestare altri colpi là dove fa più male.

Ho ritirato il primo aprile il referto istologico, quello che ho ribattezzato il foglio del macellaio. So quanto pesano i tuoi organi. Non so bene con che forza sia tornata in quel reparto. Ho registrato i passi pesanti, il dolore e i pensieri su note vocali e note scritte sul cellulare che non so se mai avrò il coraggio di riascoltare e rileggere ma dovevo in qualche modo uscire da me stessa in quel momento. Bello scherzo il primo aprile e poi l’ansia per il vaccino, farlo il giorno dopo che chi sa dice che è meglio che le donne sotto i sessanta non lo facciano mi ha dato altra apprensione ma alla fine sono andata lo stesso. Poi è arrivato il 3 maggio e il consulto genetico tra pancioni, neonati, cullette e porte blu ricordo di ecografie maledette. Quante volte ho rivissuto quei giorni nell’ultimo mese e mezzo?! Come si fa ad andare avanti se gli eventi mi trascinano indietro?!

In questo marasma ho litigato con mia madre che non ha sensibilità ed empatia, ma narcisista vuole lei attenzioni e mortifica là dove fa male per ottenerle; con mio marito anche lui stanco, povero e con un amico che ha cercato distarmi vicino a modo suo. Mi sono sentita tanto sola. Non ho fatto altro che cercare le mie amiche per non stare sola e avrei voluto essere più considerata, avrei voluto che qualcuno mi chiedesse “come stai?” ma forse per la paura che gli potessi vomitare il mio disagio e per non sapere mai cosa dire in certe situazioni i pochi hanno evitato. Così ho chiesto e per lo più solo ascoltato e anche quando avrei voluto esternare di più ho cercato di contenermi, non sempre ci sono riuscita. Bisogna anche saper entrare nella vita degli altri e non arrivare e scaricare la propria merda. Mi è sembrato di essere stata attenta ma la lucidità in questi ultimi giorni mi sta abbandonando. Sono esausta. 50km a piedi a settimana e quasi due ore di viaggi al giorno sulla mia mente fragile si fanno sentire. O forse no, stanno solo perdendo il loro potere salvifico da quando ho scoperto di aver commesso un errore che mi costerà molto per i prossimi lavori.

Ho scoperto con un mese di ritardo di aver compilato male l’aggiornamento per le graduatorie per la scuola. Ormai il mi piace non esiste più da tempo ma esiste “è un lavoro” e di questi tempi bisogna solo esserne felici, lo so bene. Due giorni di pianto e un’indulgenza che mi manca. Non so come ho potuto sbagliare perchè io non sbaglio mai certe cose ma la testa così carica non l’ho mai avuta e devo accettare a malincuore che ho commesso un errore, grave, ma l’ho commesso. Lo pagherò nei prossimi mesi di nuovo di disoccupazione e avrei tanto tanto tanto voluto potermi rilassare con il pensiero “ho buone possibilità” ma mi sono tagliata le gambe da sola e non si può rimediare.

La psicologa mi ha vista provata dalla rabbia e dalla frustrazione, non credo più che mi serva a molto e comunque senza uno stipendio non potrò permettermi chissà quante altre sedute. Sono esausta. A un certo punto mi ha chiesto se volessi prendere qualcosa, prima di naturale e poi la chimica che regola gli impulsi. Mi sono offesa, ma non sono lucida quindi potrei aver reagito in modo eccessivo ma mi ha dato noia ugualmente e il mio credere nella cura è venuto meno. Le darò un’altra occasione perchè so di essere più suscettibile ed emotiva in questo periodo ma sono stanca e vorrei potermelo permettere e lei mi ha risposto: “adesso devi sforzarti ancora di più per cercare lavoro e come magrissima consolazione non penserai al lutto”. Questo pensiero mi ha fatto incazzare. Non sono un carroarmato, ho bisogno di cedere, di riposare la testa, di una bolla di felicità dove non accadono eventi negativi, dove poter essere leggera. E invece mi si chiede di tirare fuori energie che non ho per ciò che mi crea frustrazione da sempre. Vorrei potermi lamentare per ore e piangere e urlare arrabbiata perchè io?! Non basta partorire un figlio morto a causa di una malformazione?! non solo dovermi scontare il lutto, i km a piedi pur di lavorare, un collega buzzurro novax e cafone misogino (“be’ tu non puoi farlo questo”), non solo dovermi scontare tutte le persone felici che fanno (buon per loro, non sono così meschina, o forse sì?!) figli senza problemi e hanno trovato un lavoro da anni con sforzi certo ma mai hanno vissuto la disoccupazione e l’umiliazione di colloqui inutili e recruiter deficienti che leggono per la prima volta il tuo cv davanti a te, e il mandare migliaia di cv inutili, e ridimensionarsi adattarsi, modificarsi, cercare di capire cosa e dove si sbaglia ma niente. E oltre a questo pure la sfiga o la genetica che mi condanna come possibile madre. Sono esausta e si può sorridere e cercare di vedere le cose buone e “consolarsi con chi ha meno” ma sono esausta e tanto troppo arrabbiata.

“Sforzati e prendi qualcosa per l’energia”

“Ma non mi manca l’energia ho problemi con l’umore”

“Molte mie pazienti prendono qualcosa, devi provare a chiedere al medico oppure se vuoi ti consiglio un ottimo psichiatra. Magari c’è anche qualcosa di naturale…”

Sono esausta e ho scritto al mio medico a malincuore ma sono in trincea in una guerra che non ho chiesto di fare da cui vorrei andarmene ma non posso abbattermi troppo, non posso cedere e vorrei tanto un po’ di leggerezza. Basterebbe una sola nota positiva, me la farei bastare.

“Un po’ di leggerezza e di stupidità”.

Battiato

„Il tempo può risolvere molti problemi. Ma quelli che il tempo non può risolvere, li dobbiamo risolvere da soli.“

Haruki Murakami

Pubblicato da Deserthouse

Innamorata della musica della chitarra e della scrittura, ho un blog che aggiorno spesso, amo leggere le cose scritte da altri, qualsiasi cosa possa darmi uno spunto di riflessione, o farmi indugiare in una sensazione. Come tutti sto cercando il mio posto nel mondo sperando che ci sia un climax ascendente nel mio finale.

15 pensieri riguardo “Errori e stanchezza

  1. Ciao, per esperienza personale ho imparato che in queste situazioni possiamo chiedere aiuto solo a noi stesse.
    Conosco la disperazione profonda. So cosa significa non vedere altro che sabbie mobili coprirti la testa.
    Tirala fuori la tua testa, devi respirare. 🐾❣️

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      1. Esattamente… è la tua Forza che devi usare,lo so’ che non ne hai voglia e che il dolore prende il sopravvento… fa’ che diventi spinta ad andare avanti.
        Ti abbraccio forte da lontano sperando che serva.

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  2. Prova a reagire con la testa. Gli antidepressivi non servono a molto. La tua situazione non è catastrofica ma senza dubbio difficile.
    A volte si è permalosi senza motivi o meglio il motivo c’è: stanchezza mentale che fa interpretare le parole altrui in modo distorto.
    Le amiche non sono tali se non hanno la sensibilità di capire il tuo disaggio. Proprio in questi frangenti si riconoscono quelle vere.
    Un abbraccio e un sorriso

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    1. Per ora sto preparando qualcosa di naturale e vado avanti chiedendo scusa per le mie uscite fuori luogo. In questo momento considero amico chi sa accettare le mie sfuriate egocentriche e poi le scuse. Io posso solo lavorare su me stessa per cercare di tirarmi su ed evitare di dire le cose sbagliate.

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